I dati sono noti a tutti. In Europa, specie del Sud, il tasso di disoccupazione giovanile è schizzato alle stelle. In Italia, poi, si tocca quota 41%. Figuriamoci cosa accade nel mondo dell'arte: fisiologicamente controverso. E' sempre più difficile, insomma, vivere della professione del musicista, imporsi in un ambito dove la competizione può diventare acida, quando il livello di professionalità si è alzato a tal punto da richiedere solo l'eccellenza. E soprattutto, in una fase in cui il mercato langue per i più e si concentra attorno ai grandi e vecchi nomi: che si mangiano tutto il resto. Non è facile per un giovane interprete di talento entrare nei circuiti concertistici che contano, il rischio di bruciarsi è altissimo. Le frustrazioni sono dietro l'angolo. Peccato. Perché gli studi musicali assorbono energie, fisiche e mentali, non facilmente equiparabili ad altri corsi professionalizzanti. Medaglia al valore, dunque, a Gioventù Musicale, l'ente che dal 1952 si occupa proprio di scovare e sostenere giovani musicisti. Da domenica, lancia una rassegna in collaborazione con la Fondazione Verdi che mette a disposizione l'Auditorium in Largo Mahler per una rassegna centrata sui giovani concertisti. Sette concerti, la domenica alle ore 11, con interpreti italiani e stranieri vincitori delle ultime edizioni di concorsi. Si parte oggi con il quintetto d'ottoni In Medias Brass, complesso ungherese creato tre anni fa, vincitore del concorso di Passau. Si prosegue il 9 febbraio con il quartetto d'archi ceco Zemlinsky Quartet.
E' italiana, Viviana Lasaracina, la pianista del 23 febbraio, vincitrice nel 2011 delle Audizioni Nazionali della Gioventù Musicale d'Italia e, quest'anno, del Carnegie Recital Debut Audition 2013.
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