Dopo il bagno di folla al corteo «Nessuno tocchi Milano», la giornata dell'orgoglio cittadino contro le devastazioni dei black bloc a cui domenica scorsa hanno partecipato in 20mila, Giuliano Pisapia si era galvanizzato. Tanto che il giorno dopo, ringraziando gli assessori riuniti in giunta, ha iniziato ad immaginare delle iniziative fotocopia nella periferia. Cleaning day, giornate dedicate a risvegliare il senso civico e dire no al vandalismo. Sarebbero anche delle buone iniziative, se non fosse che dal 2011 la giunta ha coccolato e finanziato i writers che per anni hanno cosparso di tag i muri della città. Arriva un po' tardi ed è poco credibile. Ed è stata giustamente definita ipocrita dal centrodestra la passeggiata di sindaco e giunta per le violenze antagoniste, quando ai no global hanno concesse dal 2011 scusanti e spazi. Non sorprende che il centro sociale Cantiere, che in campagna elettorale aveva sostenuto Pisapia, ora si senta tradito dal voltafaccia e giudichi la sua «solerte chiamata» a ripulire la città «come una perfetta occasione per ripulirsi la faccia, dopo aver mandato a casa la partecipazione dopo la fine della grande festa arancione in piazza Duomo».
Tant'è, forse la voglia di fare il tour delle periferie con spazzolone e spugna è già passata al sindaco dopo l'accoglienza che gli hanno riservato i 35mila spettatori riuniti lunedì sera allo stadio di San Siro per la partita di beneficenza «Zanetti and friends». Arrivato a centro campo per il calcio d'inizio, è stato coperto di fischi.
Fanno decisamente più effetto del migliaio di supporter che in questi giorni stanno cliccando «mi piace» sulla pagina Facebook «Giuliano Pisapia ripensaci». Anche se a domanda diretta sull'ipotesi che a un mese dall'annuncio della non ricandidatura possa già ripensarci, replica ancora sibillino: «É una domanda da 100 milioni di euro, se mi date tutti questi soldi, che metterei nelle casse del Comune, io rispondo» ha replicato ieri. «I milanesi - ribatte la coordinatrice di Forza Italia Mariastella Gelmini - farebbero volentieri una colletta per mandarlo a casa subito. Ha già sottratto più di 7 volte tanto (770 milioni) in aumenti fiscali in cambio di servizi scadenti. Tranquillo, è già stato pensionato».
E a pensionarlo ci pensano i dem. Il Pd milanese sta organizzando per il 13 giugno la già annunciata «Leopoldina» milanese per porre le basi delle primarie. A «Milano domani», che si terrà allo Spazio Ansaldo dalle 10 del mattino, si parlerà delle regole, del comitato dei saggi e probabilmente gli aspiranti candidati al dopo-Pisapia inizieranno a sciogliere le riserve. Da Emanuele Fiano a Piefrancesco Majorino e Ivan Scalfarotto, che scalpitano già in modo plateale, potranno affiancarsi delle sorprese. E visto che saranno passate le elezioni amministrative e regionali ne resto d'Italia, i dem non potranno non discutere delle future alleanze sotto la Madonnina.
Se il Pd Pietro Bussolati si è già sentito di escludere un ripensamento di Pisapia, l'assessore arancione Franco D'Alfonso insiste perchè il cerchio dei successori si restringa all'interno della giunta. Dopo i fischi al sindaco a San Siro, la sua teoria traballa.