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Giunta leggera e rosa in Regione

Si tratta sui nomi e sulle deleghe: Melazzini sempre in pole per la Sanità. Tra le donne in lizza per un posto Beccalossi, Baroni, Aprea e Bocciardo

Giunta leggera e rosa in Regione

Il neo governatore Roberto Maroni, che da ex ministro dell'Interno terrà per sé le deleghe a Sicurezza, Legalità e Trasparenza, ha chiesto al Pdl la lista dei nomi per formare la nuova giunta. E ad occuparsi di stilare l'elenco degli assessori sarà personalmente Silvio Berlusconi, a testimonianza di come la vittoria in Regione sia considerata un momento decisivo per la strategia politica di un centrodestra pronto al rilancio. A partire proprio dalla buona amministrazione della Lombardia. Annunciati per questo fine settimana incontri tra i big di Lega e Pdl, ma il vertice decisivo ci sarà domenica ad Arcore.
Di certo per ora c'è che gli assessori saranno dodici e che metà saranno donne. Con l'unico nome intoccabile che resta quello di Antonio Rossi, l'olimpionico della canoa e portabandiera olimpico a cui sarà affidato lo Sport. E altrettanto sicuro è che il nodo più difficile da sciogliere sarà quello dell'assessorato alla Sanità che insieme al sociale muove l'80 per cento del bilancio regionale, almeno 18 miliardi di euro all'anno. Si sa che per quel posto Maroni in campagna elettorale ha già speso il nome di Mario Melazzini, l'oncologo affetto da Sla che tanto piace a Roberto Formigoni e che a Pavia ha fatto il pieno di preferenze a dispetto di un pezzo grosso come Vittorio Pesato. Ma proprio questa potrebbe essere la prima difficoltà, perché a molti sembra opportuno, soprattutto in quel settore, un segnale di discontinuità con l'universo ciellino. Da ambienti di partito trapela che Berlusconi vorrebbe per il coordinatore ragionale del Pdl Mario Mantovani, il vero vincitore di questa tornata elettorale e non solo per la valanga di preferenze personali, il posto di vice governatore e prestigiosa la delega alla Sanità. Già arrivato lo stop di Formigoni che ha accennato maliziosamente alle incompatibilità dovute ad attività personali di Mantovani nello stesso settore. Possibile che alla fine a spuntare sia un terzo nome. La Lega per il momento se ne sta fuori, perché Maroni ha in mente di controllare la macchina con un direttore generale di sua assoluta fiducia. Potrebbe essere la maroniana Cristina Cantù, già direttore generale dell'Asl di Milano. A chi si lamenta i leghisti ricordano che l'altra volta il Pdl valeva il 30 per cento e oggi vale il 16, mentre la Lega valeva il 26 e adesso vale il 23.
E quindi un altro punto fermo è la presenza in giunta del segretario lombardo della Lega Matteo Salvini che ormai da braccio destro di Maroni per restare sul territorio rinuncerà al seggio alla Camera. Da decidere le deleghe, ma i settori considerati chiave dal Carroccio sono Bilancio, Famiglia, Attività Produttive e Agricoltura. E magari Cultura che con turismo e identità territoriale potrebbe essere il posto giusto proprio per Salvini. A meno di non ascoltare le voci che vorrebbero un ritorno a Milano di Vittorio Sgarbi o la nomina dell'avvocato mantovano Anna Lisa Baroni, già nei cda di Palazzo Te e della Fondazione università. Non dovesse essere un leghista, al Bilancio potrebbe tornare Romano Colozzi, ma sale la candidatura di Giancarlo Giorgetti, la mente economica di via Bellerio. Così come le molte preferenze ottenute potrebbero significare una riconferma per il formigoniano Raffaele Cattaneo che ha già fatto bene alle Infrastrutture, settore considerato dai leghisti troppo scivoloso. Potrebbe non tornare, invece, il vice governatore leghista Andrea Gibelli che con l'entrata in giunta di Gianni Fava (magari all'Agricoltura) scalerebbe un posto e sarebbe promosso alla Camera, magari come capogruppo. Lasciando le Attività produttive a Massimo Garavaglia. Nel capitolo donne e Pdl ci sono Valentina Aprea alla Scuola e la deputata uscente Mariella Bocciardo. Dalla Lista Maroni volata oltre il 10%, invece, potrebbe arrivare la campionessa di sci Lara Magoni. Capitolo a parte la presidenza del consiglio che toccherà a un consigliere del Pdl considerato di buona esperienza: magari lo stesso Mantovani o Cattaneo. Oppure il cardiologo Stefano Carugo che ha fatto il solito pieno di preferenze a Monza. Ma a lui potrebbero anche andare le deleghe alla Famiglia o al sociale. Da Brescia potrebbe arrivare Alberto Cavalli, spinto da Mariastella Gelmini.

Tante preferenze ha preso Riccardo De Corato con i Fratelli d'Italia: per lui più che un assessorato sarebbe pronto l'ufficio di presidenza del consiglio e una presidenza di commissione. E in giunta potrebbe tornare Viviana Beccalossi.

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