Le case pubbliche occupate sono tremila

Le case pubbliche occupate sono tremila. Con la giunta Pisapia gli sgomberi sono diminuiti di oltre il 40 per cento

Le case pubbliche occupate sono tremila

Ventiquattr'ore, non un minuto di più. È il tempo a disposizione per l'Aler per scovare l'occupante abusivo e farlo uscire con le buone. Poi non resta che la denuncia ma a questo punto per ottenere un intervento ci vogliono mesi, se non anni. E nel frattempo le occupazioni hanno ormai superato quota 3mila, anche con il sindaco Giuliano Pisapia le azioni di forza sono sempre più rare. Così gli sgomberi sono scesi da 886 del 2010 a 506 del 2012. Un dettaglio per gli antagonisti che domani alle 17 saranno davanti al comune a protestare contro gli sfratti.
L'Azienda lombarda edilizia residenziale è un mastodonte da duemila stabili: 1600 in proprietà, con 40.400 alloggi, più 550, con 28.500 appartamenti, gestiti per conto del Comune. Un patrimonio non facile da tenere sotto controllo e soprattutto al riparo di incursioni. In alcuni casi si tratta di persone disperate, ma più spesso sono solo prepotenti. Molti sono antagonisti che praticano l'occupazione come lotta politica e sono per lo più per lo più concentrati al Ticinese nel «triangolo rosso» Gola-Pichi-Borsi, dove hanno anche creato il centro sociale «Cuore in Gola». Moltissimi però i pregiudicati, i clandestini, i nomadi. Balordi che prendono in ostaggio interi stabili, trasformati in «fortini della malavita», terrorizzando gli altri inquilini. Il trucco è semplice quando il vecchio inquilino muore ci si precipita a occupare. Spesso non si attende nemmeno il trapasso, basta un ricovero in ospedale e al suo ritorno l'assegnatario si trova con la serratura cambiata e i mobili in strada.
Certo non è facile individuare il momento giusto, ma per questo provvedono piccole bande criminali che, agendo con modalità mafiose, controllano il «territorio» e con esso anche gli alloggi pubblici. Basta pagare, solitamente dai mille ai 3mila euro, e l'organizzazione individua l'appartamento, forza la porta e lo consegna «chiavi in mano» al nuovo inquilino. Famoso in tal senso fu il caso di Giovanna Pesco, detta «signora Gabetti». Ovviamente non aveva nulla a che fare con la catena di agenzia immobiliari dalla quale aveva solo «ereditato» il nome, proprio per la quantità di case in grado di gestire in via padre Luigi Monti. Fino a quando una denuncia di Frediano Manzi, presidente di «Sos racket e usura» pose fine al suo piccolo impero. La donna, 61 anni, venne arrestata alla fine del 2009 insieme al compagno, dieci anni più giovane, e alla figlia, 43 anni, e condannata a tre anni e quattro mesi.
Spesso gli abusivi si ammantano di ragioni politiche, chiamando in rinforzo i giovani dei centri sociali, soprattutto il «Cantiere», con sede nella villetta un tempo sede del Derby di via Monte Rosa 84. Ovviamente occupata abusivamente anche quella. Così ogni sgombero diventa occasione per tafferugli e scontri con successivi dimostrazioni e cortei. Le manifestazione solitamente si concludono davanti a Palazzo Marino, trovando sponda nelle formazioni della sinistra radicale che sostengono il sindaco. E, giusto per restare in tema, il «Comitato San Siro» ha organizzato per domani alle 17 una manifestazione in piazza Scala contro gli sfratti. Così il buon Pisapia deve abbozzare e congelare le azioni di forza. Basti ricordare che dopo lo sgombero delle villette liberty occupate in via Apollodoro dagli antagonisti del «Collettivo Lambretta», il primo cittadino scrisse al questore chiedendogli come si era permesso di far rispettare la legge. I ragazzi sono poi tornati e ovviamente da lì non li schioda più nessuno.
In questa logica, negli ultimi anni gli sgomberi sono scesi ai minimi storici. Se durante le giunte di centro destra si viaggiava a 900 sfratti all'anno, con la giunta arancione dell'«avvocato gentile», la media si è abbassata in maniera consistente: nel 2010 (giunta Moratti) 886, nel 2011 (sei mesi a testa centrodestra e centrosinistra) 651, nel 2012 (giunta Pisapia) 506. E così le occupazioni abusive aumentano. Attualmente sono oltre 3mila: 1.979 alloggi Aler, 1.197 «comunali». I quartieri più popolari sono anche quelli più bersagliati. Così il record di occupazioni appartiene alla zona 6, con 876 occupazioni complessive, seguita dalla zona 7 con 630.
L'Aler infatti non ha praticamente armi con cui difendersi. In caso di segnalazione tempestiva, l'Azienda ha 24 ore di tempo per far uscire l'abusivo in forma bonaria, poi deve chiedere l'intervento della forza pubblica. In questo caso però deve raccordarsi con Prefettura, Questura e soprattutto Comune, nel caso debbano intervenire i servizi sociali per prendersi cura di eventuali donne incinte e bambini.

Ma l'amministrazione comunale traccheggia o addirittura frena, favorendo in tal modo, illegalità, prepotenza se non addirittura la criminalità organizzata. Alla faccia dei buoni propositi dei ragazzini presuntuosi e saccenti dei centro sociali e delle anime belle della sinistra. E a scapito di chi ha bisogno davvero.

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