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Via alle grandi manovre per vendere quote Serravalle

A Sala servono i fondi per realizzare il piano periferie Maroni punta all'asta per reinvestire su Pedemontana

Chiara Campo

Un piano per trasformare entro fine mandato cinque quartieri popolari della città (Qt8-Gallaratese, Giambellino-Lorenteggio, Adriano-Padova-Rizzoli, Niguarda-Bovisa, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare). Il sindaco lo ha lanciato due giorni fa dal palco dello Spazio Base insieme alla cifra complessiva degli investimenti previsti: 356 milioni di euro. Da mesi ribadisce che «100 milioni arriveranno dalla vendita del 18,6% che il Comune detiene in Serravalle», la società che gestisce le tangenziali e un tratto dell'autostrada Milano-Genova. Una vendita già tentata e fallita negli anni passati, ma che ora grazie all'asse tra Regione e Palazzo Marino potrebbe andare finalmente in porto. E in tempi strettissimi. Già a fine mandato Giuliano Pisapia aveva esercitato il diritto di recesso delle quote nei confronti di Serravalle. «A inizio 2017 potremo sederci a un tavolo e immagino che la società, se non ha particolari problemi di natura finanziaria, non avrà problemi a liquidare il Comune. Il tema da valutare ovviamente è il corrispettivo, ci sarà una negoziazione» spiega l'assessore al Bilancio della giunta Sala, Roberto Tasca. Prima di Natale, intorno al 20 di dicembre, si riunirà il cda della Serravalle e sul tavolo arriverà la perizia sulle quote del Comune, il valore potrebbe essere ben più basso di quello auspicato dal sindaco Beppe Sala.

La società autostradale è posseduta per il 52% dalla Regione attraverso Asam, «cassaforte» delle quote di Serravalle e Pedemontana ereditate dalla ex Provincia. Un emendamento alla Legge di Bilancio a Roma il 24 novembre ha blindato le quote delle due società in capo al Pirellone, non le restituirà dal primo gennaio alla Città Metropolitana. Un passaggio che avrebbe reso più complicato l'intero scenario. Tanto che Sala sulla prospettiva di liberarsi delle quote già il 25 novembre ha ammesso: «A questo punto penso che faremo abbastanza in fretta, secondo me ci siamo». Sala vuole incassare fondi per le periferie. E la Regione potrebbe a propria volta vendere le proprie quote attraverso un'asta. Per recuperare risorse da investire su Pedemontana per proseguire e portare a termine i lavori. Il 52% potrebbe fare gola a grandi player nazionali e internazionali. Il punto debole è uno, come già sperimentato in passato quando l'asta lanciata dall'ex presidente della Provincia Podestà e Pisapia andò deserta: Serravalle controlla l'80% di Pedemontana, l'opera faraonica da 4 miliardi di euro. Secondo rumors, per convincere gli investitori interessati all'acquisto la Regione potrebbe garantire il rifinanziamento dell'opera proprio grazie le risorse incassate da Serravalle.

Nel quadro si inserisce il ruolo del presidente di Pedemontana

Antonio Di Pietro: oggi nonostante in pensione riceve un emolumento di 60mila euro all'anno. Secondo voci di corridoio l'ex pm di Mani Pulite punterebbe a fare il commissario o l'ad per vedersi anche quadruplicato lo stipendio.

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