(...) testimoniato dalla mole documentativa dei cento cantieri, fra autostrade, ferrovie, metropolitane e accesso ai porti e agli aeroporti». Che, concretamente, significa pure aver fissato il via al cronoprogramma: «La prima pietra della Pedemontana lombarda, lautostrada tra Busto Arsizio e Dalmine, entro il 10 marzo 2010 per concludere lopera entro il 2015. Il 14 giugno 2009 la partenza dei cantieri della Brebemi, che sarà conclusa nel 2012» aggiunge lassessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo.
Ma la lunga marcia delle reti lombarde prevede anche, parola di Cattaneo, «la firma dellaccordo di programma per Tem entro la fine di settembre e il potenziamento dei collegamenti verso Milano, Malpensa e il polo fieristico» oltreché «la trasformazione della Rho-Monza in una sorta di tangenziale nord di Milano, dalla fiera al casello di Agrate». E, ancora, «sempre sul fronte autostradale, il 30 settembre inaugureremo il completamento della quarta corsia della Milano-Bergamo mentre per il 2009 è previsto il festeggiamento del completamento della linea ferroviaria Novara-Milano».
Cronoprogramma «a tutta velocità» reso possibile, annota il ministro Di Pietro, grazie al metodo scelto per il confronto «perché incontrando tutti gli enti interessati riusciamo a mantenere gli obiettivi di fare bene, prima e meglio, e operare in modo trasparente»: «Parliamo di cose fatte e non di progetti da fare per tutti i territori lombardi, che hanno bisogno sia dei grandi collegamenti sia delle riqualificazioni della mobilità locali».
In totale centosei progetti (59 stradali e autostradali, 26 ferroviarie, 15 metropolitane, 2 porti e 4 interporti, ndr) che hanno come registi delloperazione - Formigoni, Di Pietro e lassessore Cattaneo. Tutti uniti nel partito del fare: «Non ci si può dividere sulle infrastrutture, abbiamo lavorato con una formula nuova per gestire insieme la realizzazione delle opere. Deve finire il tempo delle contrapposizioni ideologiche. Io sono per il fronte del fare e mi auguro che questo fronte trasversale si allarghi sempre più perché solo lavorando insieme si risolvono i problemi». Messaggio chiaro: «Le infrastrutture vanno fatte, ci sono i no veri e quelli finti. Servono maggioranze infrastrutturali che devono mettere insieme chi vuol fare andare avanti il paese. E questo, avverto, non è un inciucio».
Sì, «non è un inciucio», che spinge Di Pietro a sostenere lidea di Penati: aumentare i pedaggi delle autostrade e delle tangenziali - di circa 15-20 centesimi di euro a veicolo per chi arriva dalle altre Regione - che portano a Milano per «finanziare la metropolitana milanese».
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