Due biglietti per il primo anello rosso e con il logo del Comune. Visibilità ottima, non c'è che dire. Ma quel simbolo ha insospettito persino la coppia di albanesi che domenica scorsa sono arrivati a San Siro per il match Inter-Roma. Sono stati avvicinati da un bagarino ma quel logo del Comune non li convinceva per niente, saranno veri? Il venditore abusivo ha assicurato che sarebbero andati dritti alle poltrone assegnate - settore Y01, fila 11, posti 23 e 24 - senza problemi all'ingresso, ma a maggior garanzia gli ha lasciato anche il numero di cellulare. Affare fatto, tornelli superati, non è dato sapere se abbiano festeggiato il risultato. Si sa invece, come ha anticipato ieri Il Giorno, che le fotocopie di quei tagliandi e il numero di cellulare del bagarino sono finiti nella mani della Guardia di Finanza. Si trattava di due dei 320 biglietti ingressi gratuiti allo stadio che, secondo una convenzione datata 2000, le società Milan e Inter che gestiscono lo stadio assegnano all'amministrazione (proprietaria del Meazza) perché ne faccia l'uso che preferisce. Dopo roventi polemiche sui privilegi della «casta», e l'assessore allo Sport Chiara Bisconti ha deciso di dare una piccola stretta: la metà dei 320 tagliandi rimane destinata a sindaco, assessori, consiglieri comunali e presidenti di zona, ma almeno gli altri vengono distribuiti con il sistema della lotteria a dipendenti comunali, studenti, anziani. Bene. Ma dalla numerazione del tagliando in mano alle Fiamme Gialle si è risaliti al «pacchetto» riservato ai politici. E precisamente, ai biglietti consegnati a Armando Vagliati.
Ma il consigliere Pdl non ci sta a passare per furbetto. La prima reazione è di imbarazzo. Poi spiega che in vent'anni non è «mai andato a vedere una partita allo stadio» ma «i biglietti li ho sempre ritirati per regalarli a persone in difficoltà, che non possono permetterselo». Precisa che in realtà a distribuire i ticket è «mia mamma, di novant'anni, che ora anzi è agitatissima dice che non ne vuole più sapere». Un'anziana «ancora attiva nel suo quartiere, conosce anche le pietre, frequenta i centri anziani, i vicini, la chiesa di zona». E di volta in volta «regala i biglietti a qualche amico o anziano, che magari a sua volta li passa ai nipoti, un'azione di solidarietà lo facciamo anche con i biglietti della Scala. Ma vai a sapere, non puoi entrare nella testa delle persone.
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