Un mese fa era scoppiata la bagarre sulla Scuola di San Giusto. L'unica elementare del Comune, considerata da tutti un'eccellenza e dunque - nell'opinione del neo assessore all'Infanzia Francesco Cappelli - «troppo» perfetta per continuare ad essere gestita da Palazzo Marino. Non è bastata la protesta delle maestre e dei genitori che sono saliti persino sul tetto dell'istituto per difenderlo, diventerà pubblica perchè la giunta, in sintesi, «è contro le eccellenze per pochi». Una scuoletta troppo simile alle private o paritarie che la sinistra ha sempre guardato di traverso. E con il Bilancio di previsione 2013 rischia di aprirsi un nuovo caso. Cappelli ha anticipato ieri ai consiglieri del Pd le linee guida del proprio settore. L'assessore al Bilancio Francesca Balzani aveva chiesto ai colleghi di ridurre tutte le spese superflue, di congelare i progetti che possono essere considerati di serie «b». E la spending review sulla Scuola è arrivata a 6,7 milioni di euro. Dai 200mila euro di contributi spese alle materne ai 150mila ai nidi, dai 200mila euro di appalti per le case vacanza congelati fino a conti migliori ai 100mila di sostegni alle tasse scolastiche fino ai 500mila per le piccole manutenzioni. Ma sotto la scure dell'assessore dovrebbero finire soprattutto le scuole paritarie. «Dobbiamo rivedere il rapporto tra questi istituti e Milano Ristorazione» ha fatto presente. A rischio i 2,7 milioni di euro che vengono spesi ogni anno per fornire i pasti a crudo (i prodotti vengono poi cucinati all'interno delle mense). Un'ipotesi che ha già sollevato obiezione nella fetta meno radicale del centrosinistra. Perchè va bene la difesa della scuola pubblica tout court, ma il servizio fornito dalle materne paritarie - gli hanno fatto notare diversi consiglieri - viene incontro alle famiglie che altrimenti non troverebbero posto negli asili del Comune, alleggeriscono le liste d'attesa».
E l'assessore è stato «rimandato» anche sulla questione scuolabus: una voce forte del Bilancio scolastico, ammonta a circa 6 milioni di euro all'anno. E l'intenzione sarebbe di mantenerlo solo per trasportare i disabili e i bimbi di categorie protette. Ma il taglio così drastico, si rendono conto i politici del Pd, rischia di sollevare un polverone di polemiche.
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