Una sfilza di capi d'accusa piomba ieri mattina sul capo di Mariolina Moioli, fino al 2011 assessore all'Educazione del comune di Milano e donna forte della giunta di Letizia Moratti. Una inchiesta del pool Pubblica amministrazione della Procura, condotta dal pm Tiziana Siciliano e coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, analizza punto per punto la gestione dei progetti di utilità sociale varati dall'assessorato della Moioli nel periodo più delicato, quello a ridosso delle elezioni del 2011.
E la conclusione dei pm è drastica: i progetti finanziati dal Comune in alcuni casi non esistevano nemmeno, e in altri venivano utilizzati solo per arricchire gli amici della Moioli, quasi tutti nell'area della Cisl e della Compagnia delle opere, braccio nel business di Comunione e liberazione, da cui poi arrivavano i finanziamenti sottobanco della campagna elettorale dell'assessore. I soldi stanziati dal Comune per i progetti vennero, secondo i pm, utilizzati per pagare le interviste sotto elezioni della Moioli su Radio 105 ed anche - ed è l'episodio più colorito - per una megacena da 98mila euro il 6 maggio 2011, alla presenza dell'assessore e della sindaca Moratti (quest'ultima, secondo i pm, «inconsapevole della truffa in atto»).
La tempesta era data per probabile dall'ottobre 2012, quando era stato arrestato Patrizio Mercadante, il più importante dirigente dell'assessorato della Moioli, accusato di corruzione per la gestione degli appalti sulle case vacanze del Comune. Anche quella prima fase dell'inchiesta si muoveva tra Cisl e Cl. Ma i rapporti di collaborazione e di fiducia tra Mercadante e la Moioli erano così stretti e notori che erano in molti a ritenere che la Guardia di finanza avrebbe finito con lo scavare anche intorno al ruolo dell'ex assessore.
E così è accaduto. Al termine delle indagini, la Procura contestata alla Moioli i reati di truffa, peculato, turbativa d'asta e finanziamento illecito. Nel mirino ci sono almeno cinque campagne finanziate dall'assessorato sotto la gestione Moioli: «I giovani chiamano, Milano risponde», «Maturità senza paura», «Made in Milano», «Uno sguardo alla città». Progetti che esistevano solo sulla carta, secondo i pm. «Progetti non solo esistenti, ma validi e addirittura splendidi», ribatte ieri l'avvocato Benedetto Bonomo, legale di Mercadante.
Di altri progetti - come i lavori al Parco Trotter o in una serie di centri sociali - la Procura ammette l'esistenza, ma sostiene che i finanziamenti vennero truccati per fare in modo che ad approfittarne fosse una «amica ultraventennale» della Moioli, la bergamasca Myriam Gafforelli, di professione procacciatrice d'affari e madre dell'imprenditore Daniel Pezzini.
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