Cronaca locale

I giudici sospendono Area C. Da oggi auto gratis in centro

SCHIAFFO A PALAZZO MARINO L'ordinanza del Consiglio di Stato. La magistratura amministrativa accoglie la richiesta di un'autorimessa. Stop al ticket fino a ottobre. Ma la giunta cerca una via d'uscita prima

I giudici sospendono Area C. Da oggi auto gratis in centro

Non ci sono riuscite firme, catene umane e i cartelli appesi da mesi nei negozi contro la giunta Pisapia. Ma il ricorso di un'unica autorimessa del centro spegnerà almeno fino a ottobre le telecamere di Area C. Sicuramente, da oggi si entra gratis fino a nuova comunicazione. Una sentenza del Consiglio di Stato clamorosa: il Tar della Lombardia solo il 3 maggio scorso aveva bocciato il ricorso presentato dall'autorimessa Mediolanum Parking di largo Corsia dei Servi. I titolari contestavano la decisione del Comune come un duro danno agli affari per il silos che opera dentro la Cerchia dei Bastioni. Ieri il Consiglio di Stato ha rinviato la decisione nel merito a ottobre ma dall'altra ha deciso di sospender da subito il provvedimento. Mandando Palazzo Marino nel caos. Riunione di fuoco tra l'assessore ai Trasporti Pierfrancesco Maran, sindaco, capo dei vigili, funzionari, Avvocatura. «Anticiperemo lo spegnimento delle telecamere previsto per l'estate e vedremo come organizzare la nostra reazione» commenta a caldo Maran, che fa appello ai milanesi a «usare meno l'auto come hanno dimostrato finora».
Festeggia il Pdl che aveva mancato per poche migliaia di firme la possibilità di chiedere un contro-referendum per abolire Area C. «Finalmente c'è un giudice che riconosce il gravissimo danno economico che questo provvedimento ha già causato al mondo produttivo milanese - afferma il coordinatore cittadino del Pdl Giulio Gallera - siamo molto contenti che arrivi almeno uno stop e chiediamo al sindaco ora di ripensare al ticket che sta creando perdite eccessive alla nostra economia in un momento di crisi già pesante». Anche il consigliere leghista Alessandro Morelli accoglie la notizia con un «Milano finalmente è di nuovo libera» e sii augura che «ora si apra uno spiraglio anche per gli altri ricorsi che sono stati bocciati finora dal Tar». Quello dei residenti ad esempio o della stessa Lega. A maggio quello dell'autorimessa di largo Corsia dei Servi era l'ottavo respinto dal tribunale amministrativo regionale, con la soddisfazione degli ambientalisti.
Il Consiglio di Stato, si legge nel dispositivo, «accoglie l'appello». Nel testo si legge che «l'interesse ad agire» deì proprietari del parcheggio «è evidentemente collegato all'indubbia lesione economica che il provvedimento cagionerebbe». Un passaggio che apre ampi spiragli al ricorso dei commercianti bocciato in primo grado. Ora toccherà al Tar della Lombardia fissare l'udienza di merito: si potrebbe entrare gratis fino ad ottobre. Il Comune si adegua a denti stretti, «rispettiamo l'ordinanza – afferma Maran - e auspichiamo che la sentenza nel merito possa essere fissata nel più breve tempo possibile. Area C in sei mesi ha ridotto il traffico del 34% in centro e ha consentito ai milanesi di respirare meno sostanze velenose. Oggi registriamo con rispetto ma anche preoccupazione che in un'aula giudiziaria è stato ipotizzato il danno subito da un parcheggio privato e questo blocca un provvedimento utile a tutti i milanesi».
Il consigliere del Pd Carlo Monguzzi, presidente della Commissione Trasporti e ambientalista, difende il provvedimento fortemente voluto dalla maggioranza, ovviamente «rispettiamo tutte le sentenze della magistratura, ma la decisione del Consiglio di Stato ha dell'incredibile, mi domando come l0interesse particolare di un milanese particolare possa prevalere sulla volontà della maggior parte dei cittadini, soprattutto quando è in gioco la salute delle persone». Riferimento ovviamente al referendum ambientale promosso dal comitato MianoSiMuove. «Useremo agosto per ragionare su come rilanciare Area C, per allargarlo o renderlo più efficace rispettando il tribunale ma anche la volontà dei milanesi» afferma Monguzzi.

Legambiente la definisce «una decisione sconcertante, dobbiamo evitare in tutti i modi di fare un salto indietro di dieci anni».

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