La premessa della «rivoluzione» nel Welfare comunale lanciata ieri dall'assessore Pierfrancesco Majorino è datata 21 aprile 2015. Due mesi fa Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, ha inviato una lettera-diffida al Comune. Sotto la lente sono finiti 164 atti di spesa deliberati tra 2013 e 2014 dai servizi sociali per un ammontare di 2,5 milioni. L'Anac ha chiesto chiarimenti (e documenti) su servizi affidati senza gara o con il sistema del frazionamento tipico degli stati di emergenza. Ma i faldoni inviati a Roma dovrà scigliere (anche) il dubbio se l'urgenza fosse tale da giustificare la selezione dei gestori senza bando. Ad oggi la risposte non è ancora arrivate. Sotto osservazione ci sono fondi legati a servizi di accoglienza, ricovero, sostegno economico e tutoring per cittadini affetti da Hiv-Aids, i servizi per i senzatetto nel periodo invernale, l'accoglienza di persone vittime della tratta e progetti a favore di donne vittime di violenza. Dettagli forniti ieri, dopo settimane di polemiche, ai consiglieri riuniti in Commissione. «Siamo assolutamente convinti di aver agito nel pieno rispetto delle leggi - assicura Majorino - ma è nata la riflessione su come rendere sempre più efficace e trasparente la gestione delle Politiche sociali». Anzi, ora il «modello Milano potrà essere utile in futuro per le altre città. Siamo molto colpiti dalle cronache di Roma», l'inchiesta su Mafia Capitale che sta travolgendo l'amministrazione di Ignazio Marino. Si parte dunque dall'emergenza profughi, che solo nel 2014 è costata a Milano 7 milioni di euro (soldi non comunali ma rimborsati dallo Stato), assegnati con trattativa privata, chiamando a concorrere una lista ristretta di enti. Lo stesso avveniva per l'assistenza dei clochard nel periodo invernale («anche se si può sapere in anticipo quanti verranno assistiti e a quale costo» ha ribadito il consigliere Fdi Riccardo De Corato). Finalmente, su questi due fronti scatterà tra agosto e settembre un bando di gara (aperto 30 giorni) per selezionare i gestori dei centri di accoglienza idonei a prestare il servizio di accoglienza. Una pre-selezione. Il bando sarà sempre aperto e valido nei 3 anni successivi, e sarà fatta una programmazione dell'«emergenza» non più ristretta ad un arco di 3-6 mesi, ma annuale se non pluriennale. Sarà valutato con il 70% il progetto tecnico e con il 30% la proposta economica. L'incarico sarà affidato al primo classificato e via via che aumenterà il bisogno di posti letto si scorrerà la lista. Il nuovo servizio scatterà dal 15 novembre. Il presidente dell'aula Basilio Rizzo solleva qualche obiezione sulla composizione della stazione appaltante, «anche chi decide per il 70% andrebbe scelto con un bando». Majorino ribadisce che «è in atto un'innovazione profonda, spiace che Rizzo non se ne sia accorto. Stimoleremo al massimo la partecipazione e la concorrenza evitando che gli incarichi vadano ai soliti noti». E scurdammoce o passato ? Insomma.
Il radicale Marco Cappato insiste per vederci chiaro sul frazionamento di alcuni servizi, «assegnati con 16-20 atti sempre allo stesso ente, si poteva fare una gara». E anche il leghista Alessandro Morelli ironizza: «Milano non è “Mafia capitale%, ma furbetta. Dopo milioni assegnati senza gara, arriva la lettera di Cantone e Majorino inventa il “sociale trasparente“».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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