Un aumento del 74% in un anno di furti in casa e rapine, crescono i colpi ai danni di farmacie e tassisti, gli scippi di orologi di marca, si registra almeno una diminuzione degli assalti in banca. É il quadretto emerso dalle oltre cento pagine del Bilancio di responsabilità sociale 2013/14 presentato mercoledì dal procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati. Numeri che rendono bene il senso dell'insicurezza a Milano e forniscono pochi alibi a chi, dalle parti di Palazzo Marino, continua a descriverla come il paese delle meraviglie. Un imbarazzo piuttosto evidente. Chiamato più volte fino a sera per un commento sull'argomento, l'assessore alla Sicurezza del Comune Marco Granelli non si fa trovare. Il comandante della Polizia locale Tullio Mastrangelo preferisce non soffermarsi troppo sull'analisi del problema ma sulle forze messe in campo per contrastarlo, «abbiamo creato un'unità contro i reati predatori che lavoro sulla prevenzione e contrasto di scippi, borseggi, taccheggio e ha messo a punto diversi arresti. Stiamo concentrando questa attività sulle zone prese maggiormente di mira, nei mezzanini della metropolitana e sugli assi commerciali come corso Buenos Aires e Vittorio Emanuele. E rafforzeremo i controlli ovviamente in ottica Expo, i borseggiatori vanno a colpire maggiormente i turisti». Nei furti in negozi e supermercati «anche la crisi ha una sua componente», persone insospettabili per bisogno provano a nascondere nella borsa qualche confezione di cibo per sè e la famiglia.
La sinistra che governa a Palazzo Marino in questi anni ha capovolto i dati sulla sicurezza a seconda del vento. Almeno il neo presidente Pd della Commissione Sicurezza Gabriele Ghezzi, agente di polizia, è netto: «I dati della Procura sono incontrovertibili. Io non ho mai negato e so perfettamente che esiste un problema sicurezza. Questi numeri mostrano peraltro due controtendenze importanti. C'è un aumento molto consistente di furti in casa e scippi, meno agli istituti di credito, e questo fa capire che le banche hanno adottato una politica di contrasto aumentando la spesa sulla polizia privata. Invece, si denota una mancanza di risposta da parte dello Stato, manca coordinamento delle forze sul territorio e soprattutto mancano divise, ne arriveranno molte per i sei mesi di Expo, speriamo che restino a Milano anche dopo». Ma Ghezzi come il sindaco Giuliano Pisapia e il resto della maggioranza contesta la «militarizzazione del territorio, non servono soldati se non possono operare con funzioni di ordine pubblico. Lo stesso discorso vale per i vigili, ognuno deve fare il proprio mestiere, non devono essere utilizzati come poliziotti». Ha una visione opposta la coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini: «Quando le statistiche giudiziarie registrano fenomeni come un +74% di furti nelle abitazioni a Milano, bisogna cercare le responsabilità, a partire da quelle politiche. Le statistiche non vengono da Marte, registrano i risultati dell'amministrazione, in economia come nella gestione della sicurezza.
In tre anni la giunta Pisapia ha fatto molti convegni sulla legalità, ma ha smantellato i presìdi concreti che garantivano buoni livelli di sicurezza». E cita proprio «l'esercito cacciato da Pisapia, mentre ai vigili sono state tolte le funzioni proprie di un corpo di sicurezza. Sono responsabilità precise, che i milanesi sapranno individuare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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