Ma i «ribelli» non vogliono offrire stampelle alla sinistra

Non ha ancora digerito del tutto la sfiducia dei colleghi-consiglieri. Fabrizio De Pasquale ( nella foto ) ha dovuto cedere a Pietro Tatarella la guida di Fi in Comune lunedì scorso e il nuovo capogruppo può attendersi qualche sparata da fuoco amico, non solo da chi lo ha preceduto ma anche dal coordinatore cittadino Giulio Gallera da cui è partita la lite interna. Già sul patto per Expo, De Pasquale prende le distanze «Fi è sempre stata responsabile nei confronti di Expo, non siamo stati certo noi a bloccare le Vie d'acqua o accumulare ritardi sulle metropolitane, non bisogna fare alcun patto nè offrire stampelle a questa giunta in difficoltà, è sempre più evidente il malcontento». Non intende dire che farà «opposizione» all'opposizione, «anche questa mattina (ieri, ndr.) ero a fare banchetti in zona Solari per difendere il parco dalle ruspe della M4, il mio impegno per il partito rimane lo stesso, e se Tatarella farà l'opposizione sarò al suo fianco». Meno, si intuisce, se aprirà tavoli di collaborazione con la giunta. «Basta manovre da corridoio, lavoriamo tutti per liberare Milano da questi incapaci». E sul gruppo che ha votato per la sua rimozione, si toglie un sassolino dalla scarpa: «Sono stato sfiduciato da consiglieri che hanno una media del 40% di presenze non totali, ma alle votazione, che è quando conta esserci per portare a casa i risultati. Non basta fermarsi in aula poco tempo».

Anche Tatarella ha riconosciuto a De Pasquale e Gallera un esempio di presenza concreta in città, e darà una «raddrizzata» ai colleghi da qui al 2016. De Pasquale propone di «non candidare in Comune e Zone chi non raggiunge un tasso minimo di presenze».

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