
Se i revisori dei conti una settimana fa hanno firmato con molti dubbi il Bilancio 2013 del Comune, il parere «consegnato» dai sindacati è ancora più netto: conti da rifare. É un lungo documento-protesta quello firmato dai segretari milanesi di Cgil, Cisl e Uil quello indirizzato ieri al sindaco, al presidente dell'aula Basilio Rizzo, all'assessore al Bilancio Francesca Balzani e alle Politiche del Lavoro Cristina Tajani e ai capigruppo dei due schieramenti. «Non possiamo sottovalutare la difficoltà oggettiva che vivono gli enti locali a causa della grave situazione economica e i ritardi delle decisioni sul riordino della finanza locale» è la premessa di Graziano Gorla, Danilo Galvagni e Walter Galbusera nella lettera unitaria. E sono «consapevoli» che le decisioni sono inevitabili per il «forte taglio dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni» l'impegno non risolto ancora sulle coperture Imu. Ma non basta a giustificare le strategie messe in campo dalla giunta arancione per far quadrare i conti. I sindacati sono netti, non condividono le «scelte inique» sulle manovre Irpef e imposta sulla casa. La crisi «ha coinvolto anche Milano, i più colpiti sono lavoratori dipendenti e pensionati che scivolano verso la povertà». Il Bilancio 2013 «proposto dalla giunta presenta aspetti di gravi iniquità, sono necessarie profonde modifiche». I sindacati tornano a ribadire come poche settimane fa la scarsa partecipazione al Bilancio: ci sono stati incontri ma «non si è mai entrati nel merito, per capitoli di spesa, l'assessore al Bilancio ci ha illustrato il metodo e l'ammontare del disavanzo ma non quali voci erano state ridotte e aumentate rispetto al 2012». Le sigle hanno ripetutamente chiesto e sono tornati ieri con la lettera a pretendere un confronto «con ogni assessorato per valutare gli effetti delle decisioni annunciate, e alcune già adottate, su lavoratori e pensionati, sulle famiglie che usano i servizi comunali». La stangata sugli abbonamenti Atm partita un mese fa ha scatenato una rivolta. Giudicano «inaccettabile» un'aggravio dell'Irpef e un'esenzione inferiore agli attuali 33.500 euro lordi (la giunta ha votato una manovra che abbassa l'aliquota a 15mila euro, si tratta per salire almeno a 20mila). Sarebbe dicono «una forma di accanimento nei confronti dei contribuenti onesti». Peraltro «la retroattività finirà per incidere sulle tredicesime». Cgil, Cisl e Uil chiedono un tavolo in Comune per valutare misure alternative e presentano 9 proposte, dalla richiesta di nuove su base Isee del reddito («chi ha di più paga di più»), potenziamento della lotta all'evasione, valutazione «urgente» sulla «reale equità ed efficacia» degli aumenti già assunti per Atm, valorizzazione della Galleria. L'assessore Balzani assicura che «il Comune è disponibile a ulteriori confronti» e «a condividere le modifiche che il Consiglio comunale vorrà formulare sull'Irpef».
Fuoco amico su Pisapia? Già la sinistra radicale ha sollevando malumori su un terzo aumento «virtuale» in aula sull'Imu prima casa che rischia di tradursi, insieme all'Irpef, in una doppia stangata reale sui milanesi. Un «pacco» di fine anno. Il sindaco cerca di compattare la squadra: ieri ha riunito per un vertice serale la giunta, la grana numero uno sul tavolo è ovviamente il Bilancio.