Cronaca locale

I treni della metropolitana li pagavamo 9,7 milioni. Ora «solo» sette

I treni della metropolitana li pagavamo 9,7 milioni. Ora «solo» sette

Sorpresa. Se tutto aumenta per le tasche dei milanesi, i nuovi treni della metropolitana costano meno di cinque anni fa. Se prima il Meneghino, prodotto da Ansaldo Breda, costava 9milioni e 700mila euro, ora costa poco più di 7milioni. Uno dei tanti misteri delle gare pubbliche degli enti locali anche se, stando alla versione ufficiale, l'aver prodotto lo stesso treno dal 2009, Avrebbe permesso di risparmiare nell'offerta sfruttando piattaforme già consolidate. Sarà forse così e quindi il Meneghino bis dovrebbe essere, condizionale d'obbligo, un prodotto migliore del precedente, altamente tecnologico e a prova di guasto. Almeno queste le premesse dei nuovi 30 treni del metrò, venti per la linea rossa e dieci per la verde, prodotti dalla controllata di Finmeccanica, vincitrice della gara per i convogli con un ribasso di circa 80milioni di euro sui 290 di base d'asta. Consegne tra il maggio 2014 e il giungo 2015. “Mi pare poco credibile che in tempo di crisi una società come Ansaldo faccia regali. Se prima un treno costava 9milioni di euro è stupefacente che oggi ne costi appena 7. Forse forse costava troppo prima”. Giovanni Abimelec della segreteria cittadina della Cisl, reduce dall'incontro di venerdì coi vertici di ATM, non nasconde la sorpresa carica di ironia. “Speriamo che non ci siano ritardi nelle consegne e tutti i difetti della precedente versione.” In effetti il Meneghino, consegnato con abbondante ritardo nel 2009, si caratterizzò, oltre per il costo elevato, anche per tutta una serie di inconvenienti tali da far arrivare all'Ansaldo una protesta ufficiale da parte di ATM. L'ex presidente Elio Catania non a torto la definì “la più grande commessa italiana per il trasporto”. E per fortuna che ora non lo è più perché questa volta sarà la municipalizzata a farsi carico dell'intera spesa con il Comune di Milano che farà solo da garante del mutuo tramite una fidejussione. “Ma forse il Comune di Milano e l'Atm avrebbero fatto meglio nel sollecitare il rinnovo del contratto del trasporto pubblico”, conclude amaramente Abimelec.

Ma da Palazzo Marino fanno orecchie da mercante.

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