Alberto Giannoni
Le ombre della jihad ce le abbiamo in casa. Girano nei nostri quartieri e fanno proselitismo. L'ultima di queste ombre è stata cacciata da Milano con un'operazione di cui ha dato notizia il ministero dell'Interno. L'espulso per esigenze e di sicurezza nazionale è un 44enne immigrato irregolarmente in Italia e residente a Milano. Più volte arrestato per reati comuni e coinvolto in attività di spaccio di stupefacenti, in città si dava daffare anche per diffondere i deliranti propositi dell'ideologia islamista. Era diventato un propagandista del terrore jihadista e faceva proseliti, soprattutto fra i giovani, anche italiani.
L'operazione è in parte coperta da un velo di segretezza che attiene alle esigenze investigative e di sicurezza. Ma dalle indagini, secondo quanto ha fatto sapere il Viminale, «è emerso che il tunisino aveva avviato un'azione di condizionamento e di proselitismo ideologico nei confronti di giovani, anche di nazionalità italiana, abitanti nel suo quartiere e coinvolti in attività di microcriminalità, e in tali contesti era solito esporre le sue convinzioni glorificando il martirio e l'agognato paradiso». Ulteriore rilevante informazione che arriva dal ministero: «Negli anni scorsi, il cittadino tunisino era stato altresì segnalato dal Dipartimento Affari penitenziari come imam e descritto quale scrupoloso osservante dei dettami coranici». Insomma, questo ammiratore dell'Isis che esaltava il «martirio» religioso si può tranquillamente annoverare fra i «cattivi maestri» capaci di indottrinare al fanatismo e alla jihad. Per questo, rintracciato a Milano, il 29 agosto è stato accompagnamento nel suo Paese. E con questo rimpatrio, il 73esimo del 2017, sono 205 i soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso espulsi con accompagnamento nel proprio Paese dal gennaio 2015 ad oggi. Il blitz ha sollevato reazioni politiche a tutti i livelli. Il deputato europeo di Forza Italia Stefano Maullu sottolinea che «i rischi legati al terrorismo non erano un'invenzione delle destre» e che «a Milano il rischio che vi siano altri estremisti sembra davvero molto alto».
Per la Lega, coi deputati Paolo Grimoldi e Marco Rondini, «le aree intorno a Milano e Monza sono diventate l'epicentro del proselitismo jihadista in Italia» e il Viminale «deve arrivare alla radice del problema», alle «moschee dove questi immigrati si radicalizzano e trovano supporto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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