Le indagini in città: infiltrazioni mafiose, appalti e terrorismo

Le presunte infiltrazioni mafiose negli appalti di Fiera Milano, i successi nelle indagini anti terrorismo, le avocazioni a volte accompagnate da polemiche di inchieste «sfilate» alla Procura. Il procuratore generale Roberto Alfonso richiama le tappe giudiziarie più importanti dell'anno appena concluso. Nella relazione di apertura del nuovo anno giudiziario Alfonso sottolinea tra l'altro che le indagini della Dda «hanno messo in luce l'esistenza di un'organizzazione criminale finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati in materia tributaria, con l'aggravante di aver agito al fine di agevolare l'associazione mafiosa denominata cosa nostra. Organizzazione criminale che ha agito tramite una società consortile a responsabilità limitata, operante nell'ambito dell'organizzazione fieristica con consolidati rapporti commerciali con una società controllata totalmente da Fiera Milano spa. Fatto questo, assai grave per la città di Milano». Aggiunge il pg: «Il metodo corruttivo, ha avvertito la Dda, non è una rinuncia al tradizionale metodo mafioso ma è una modalità di esso più raffinata, pericolosa al pari della capacità di intimidazione e di condizionamento della politica e della vita amministrativa nel territorio».

L'ufficio guidato da Alfonso ha di recente attirato su di sé l'attenzione mediatica e politica per l'avocazione dell'inchiesta sulla Piastra di Expo, per la quale invece la Procura aveva chiesto l'archiviazione, e per l'iscrizione nel registro degli indagati del sindaco Giuseppe Sala. Su questo argomento il pg ha voluto «fare chiarezza». Si tratta, spiega il magistrato, «di un istituto processuale mediante il quale il legislatore ha voluto dare concreta attuazione al principio dell'obbligatorietà dell'esercizio dell'azione penale mediante la verifica della sua effettività sotto i due profili della completezza e della tempestività delle indagini». Ancora: «L'effettività dell'azione penale serve a garantire l'eguaglianza dei cittadini dinnanzi alla legge ed è per questo che il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale vale per tutti». Infine Alfonso ha sottolineato i «risultati molto positivi» delle indagini contro il terrorismo e sull'Isis.

Tra i dati messi in evidenza invece dal presidente della Corte d'appello Marina Anna Tavassi c'è il boom - un «netto incremento» - dei cosiddetti divorzi brevi. Oltre a «un record», sono stati 50 nel 2016, dei procedimenti antitrust e a una significativa diminuzione dei processi «cancellati» dalla prescrizione: sono stati 895 nel 2016 contro i 1.267 del 2015.

CBas

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