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Industria, tracollo lombardo. Dati peggiori della crisi 2009

La produzione scende del 20 per cento rispetto al 2019 Bonometti (Confindustria): "Contraccolpo mai visto"

Industria, tracollo lombardo. Dati peggiori della crisi 2009

Un quadro a tinte fosche quello che emerge dall'analisi di Unioncamere Lombardia. «Nel secondo trimestre 2020 si è verificato il tracollo della produzione industriale in Lombardia» spiega Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia. «L'industria lombarda ha subito un contraccolpo senza precedenti» in termini di fatturato (-19,6%) e di ordini (-22,2% interni, -19,8% esteri)» arrivando a livelli inferiori a una decina di anni fa. «La produzione si sia ridotta di oltre il 20 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2019 sia per l'industria (-20,7) che per l'artigianato (-24,3) portandosi sotto i livelli minimi del 2009 - fa il punto il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio -. Le imprese riportano forti riduzioni sia nella domanda interna che in quella estera: il calo sul secondo trimestre 2019 è del -19,6% per le aziende industriali e del -23,5% per l'artigianato». Ciò nonostante migliora il sentiment degli imprenditori e il trimestre estivo potrebbe segnare l'inizio della fase di recupero».

Il secondo trimestre 2020 registra una più forte contrazione della produzione industriale sia rispetto al trimestre precedente che sullo stesso trimestre del 2019. Andamento simile per la produzione delle aziende manifatturiere: -12,8 per cento. L'indice della produzione industriale oltrepassa il punto di minimo registrato nella crisi del 2009, scendendo fino a 87,7. Per le aziende artigiane l'indice della produzione scende a 74,7, nuovo punto di minimo della serie, allontanandosi ancor più dal recupero che sembrava vicino a fine 2019.

Nell'industria, tengono «solo» il comparto alimentare (-5,7 per cento) con un tasso di utilizzo degli impianti superiore al 70 per cento e a una domanda in flessione del 6,8 per cento sul versante interno e del 4,1 per cento su quello estero. E la Chimica (-15,4 per cento) che nel secondo trimestre, nonostante abbia mantenuto nel periodo di lockdown tassi di attività vicini al 95 per cento, perde terreno rispetto all'alimentare. Il dato più negativo è quello del settore delle pelli-calzature, con una contrazione della domanda che supera il 50 per cento dai mercati esteri, e il tessile.

«I consumi interni sono fondamentali, noi possiamo bearci di un'esportazione forte, che fra l'altro adesso non c'è, ma quando i consumi interni sono in crisi anche prima del Covid, c'è una questione sociale da porsi» commenta l'assessore allo Sviluppo Economico della Regione Alessandro Mattinzoli. «C'è da dire - ha spiegato - che il 70 per cento dei problemi esisteva prima dell'emergenza Covid-19, la crisi sanitaria li ha ingigantiti e ne ha portati di nuovi. Serve Autonomia: alla Lombardia mancano i 56 miliardi del residuo fiscale che servirebbero per il rilancio». Le aspettative sulla domanda futura degli imprenditori rimangono complessivamente negative ma mostrano un deciso miglioramento rispetto allo scorso trimestre.

La possibilità di riapertura di tutte le attività e il rallentamento della pandemia nei paesi economicamente più legati alla Lombardia, hanno portato ad un minore pessimismo degli imprenditori lombardi circa le prospettive di recupero della domanda dal trimestre estivo.

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