Infermiere aggredito da pazienti in attesa al pronto soccorso

Padre e figlio minacciano di morte operatore Terzo episodio all'Asst Fatebenefratelli Sacco

Infermiere aggredito da pazienti in attesa al pronto soccorso

È la terza aggressione che si verifica in una settimana all'asst Fatebenefratelli Sacco. Ieri pomeriggio un infermiere è stato aggredito con sputi e pugni e terrorizzato con minacce di morte al Pronto Soccorso oftalmico del Fatebenefratelli, la scorsa settimana ostetriche e infermieri sono state aggredite dai genitori addirittura in sala parto e alla terapia intensiva alla Macedonio Melloni. Il problema? La carenza di personale diventata «strutturale», pari a circa il 5 per cento che da almeno cinque anni attanaglia tutti i reparti della Asst che conta quattro diversi ospedali: Fatebenefratelli, Buzzi, Macedonio Melloni e Sacco. Il risultato? Dipendenti sono costretti a saltare le ferie per garantire i servizi o addirittura a fare doppi turni, con doppie notti e turni lunghi, una situazione al limite del legale.

Al pronto soccorso oftalmico solo un medico e un infermiere per fare il triage, ovvero l'accettazione e l' assistenza nelle sale. Ma se arriva un'urgenza e il medico deve correre in sala operatoria, il servizio di emergenza rimane scoperto e le ore di attesa per i pazienti crescono esponenzialmente. Così le aggressioni che sono all'ordine del giorno, riferiscono dal Sindacato di Base dell'ospedale, i cittadini esasperati scaricano la loro rabbia e preoccupazione sugli operatori che hanno come unica colpa quella di lavorare in quel momento. I tempi di attesa medi di circa 12 ore.

Ieri alle 16.45, un operatore addetto al triage del pronto soccorso oftalmico è stato aggredito a pugni e sputi da padre e figlio e minacciato di morte. Anche la guardia giurata, intervenuta a difesa dell'infermiere che nel frattempo si era chiuso dentro il locale del triage, ha subito una contusione alla spalla e una prognosi di 3/5 giorni. La situazione ha richiesto anche l'intervento delle forze dell'ordine. Al momento dell'aggressione il medico e l'infermiere erano impegnati con un'emergenza: un bambino di quattro anni si era conficcato una forbice nell'occhio. L'infermiere, in preda a palpitazioni e in stato di agitazione, è stato dimesso ieri mattina dal pronto soccorso con una prognosi di tre giorni per lo shock.

«Ormai da anni denunciamo la situazione dei Pronto Soccorso in Lombardia. Per il Fatebenefratelli l'USB aveva segnalato di recente la grave situazione venutasi a determinare dopo i tagli - attacca Paolo di Stefano, delegato nazionale Sanità del Fatebenefratelli -: da un anno stiamo aspettando risposte dalla direzione sanitaria.

Rimangono la disperazione e la frustrazione di medici e personale sanitario, sempre in prima linea per garantire un servizio necessario ai cittadini, ma che malgrado le tante segnalazioni non ottengono risposte né dalla dirigenza aziendale né dagli amministratori della sanità regionale».

Per quanto riguarda l'Asst, chiediamo inoltre che la guardia giurata, attualmente in servizio fino a mezzanotte, copra tutta la durata della notte, per salvaguardare l'incolumità degli operatori al lavoro.

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