«Alla mia età ho un sogno, avere un teatro tutto mio per farci quello che voglio». Due grandi teatri milanesi, il Piccolo e il Parenti, si stringono la mano per celebrare una leggenda delle scene: dal 19 al 24 maggio Franca Valeri torna a Milano, al teatro San Babila di corso Venezia, con «Il Cambio dei cavalli», un dialogo generazionale a tre voci da lei scritto e interpretato (si può leggere nella collezione teatro Einaudi), per la regia di Giuseppe Marini. Intanto ieri pomeriggio, in un affollatissimo chiostro “Nina Vinchi”, nella storica sede del Piccolo di via Rovello, la regista Andrée Ruth Shammah e il direttore del Piccolo Sergio Escobar hanno offerto il loro «Omaggio» alla signorina più amata della radio italiana, al secolo Franca Maria Norsa (il cognome d'arte è un tributo a Paul Valéry). Grande mattatrice proprio lei, la (milanesissima) Signora del nostro teatro, garbata, colta ed elegante come sempre, che a 94 anni ha ancora la forza, e la verve, per continuare a farsi autrice di se stessa, oltre che interprete di grande intensità. Per un'ora abbondante, davanti a un centinaio di ospiti, si è parlato di lei, della sua straordinaria carriera, ma soprattutto di quest'ultima fatica che mette a confronto - e a nudo - tre generazioni che, insieme, dialogano e riflettono sull'esistenza e sulle sue contraddizioni, scoprendosi improvvisamente curiose di ascoltarsi.
«La più anziana è la mia: sul palco sono una vecchia signora molto ironica e raffinata -ha detto Franca Valeri-. Poi c'è la generazione di mezzo, un imprenditore 50enne ricchissimo ma stanco e indolente (nel cast è Urbano Barberini), figlio del suo storico amante, assente ma spesso rievocato. E infine una giovane donna (Alice Torriani), che sa quello che vuole e ambisce a farsi una posizione con un matrimonio di interesse». Curioso anche il titolo, ma solo in apparenza. «Il cambio dei cavalli rappresenta la sosta, quello che oggi potrebbe essere fare benzina, il momento in cui ci si ferma a riflettere e si scoprono le proprie debolezze». Come nel caso del personaggio maschile, il più fragile e sregolato, economicamente agiato ma in fondo figlio di una generazione smarrita. «Il teatro -ha svelato l'attrice- è la mia vita e mi ha sempre affascinato perché sa farsi interprete delle ambiguità e delle contraddizioni insite nei rapporti interpersonali». Insomma, dopo le sottili indagini nell'animo femminile (bellissimo Non tutto è risolto, del 2011), la Valeri attacca i conflitti irrisolti di quello maschile, e i risultati sono, come al solito, tutt'altro che scontati.
Ma la giornata non è finita in via Rovello: in serata, tutti al Parenti, in Sala Grande, per lasciarsi ammaliare dalle atmosfere di Favola, di Filippo Timi, uno spettacolo che ha già collezionato ben 12 repliche straordinarie.
Con una piacevolissima sorpresa: durante l'intervallo è stato proiettato un vecchio Carosello Palmolive interpretato proprio da una giovane Franca Valeri. Correvano gli anni Cinquanta e quella della «signorina Snob» era, per molti bambini dell'epoca, l'ultima voce che sentivano prima di andare a dormire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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