Intramontabili Momix sette lustri di coreografie

Lo storico spettacolo della compagnia di danza festeggia 35 anni di carriera con numeri nuovi

Non si dica mai che una coreografia di Moses Pendleton non abbia il senso del tempo. Tempo inteso come ritmo, come percezione del contemporaneo, slancio d'innovazione e, naturalmente, rispetto per il passato. Esattamente tutto questo c'è nell'approdo a Milano – in prima mondiale, al Teatro Nazionale da questa sera al 28 giugno (ore 21, domenica ore 20, ingresso 50-40-30, info 02.00.64.08.88) – di «W Momix Forever», lo show che intende festeggiare i trentacinque anni di vita della storica compagnia di danza. Con un'assoluta precisione temporale (ancora) e geografica i Momix scelgono questa sera il Nazionale e Milano: proprio sul palcoscenico di piazza Piemonte, il 10 giugno 1980, la compagnia fondata dal coreografo statunitense (che ai tempi danzava con Alison Chase) dava inizio, profeta lontano dalla patria, la propria entusiasmante avventura. «Ricordo poco di quell'esordio – scherza un poco ma non troppo Moses Pendleton alla presentazione milanese dello show – Sono passati tanti anni e, devo dire, a ricordare tutto mi stanno aiutando amici e collaboratori di qui. Festeggiare il trentacinquesimo è, per i Momix, un'operazione dovuta, ma la nostalgia non è il sentimento più importante. Per lo spirito di Momix il modo migliore per festeggiare è portare in scena qualcosa di nuovo e potente. Il segreto di Momix è stato sempre quello di inseguire una continua evoluzione mantenendo l'energia originaria. Lo spettacolo, dunque, non sarà una mera retrospettiva con un very best». Difatti, accanto a numeri tratti da show consacrati negli anni come «Momix Classics», «Bothanica», «reMIX» e «Opus Cactus» sono previsti quattro nuovi numeri che – spiega ancora Pnedleton - «possiedono una connessione tra il numero che precede e quello che segue, per rendere lo show fluido e coerente». I nuovi numeri sono «Daddy Long Legs» (numero di tango in cui tre perfomer danzano con una stampella a testa, e dunque una gamba più lunga dell'altra: «una sfida tra la precisione e il nitore del tango e questa irregolarità»), «Light Reigns» (ballerini rivestiti di luci intermittenti sincronizzate con la musica), «Paper Trails» (ballerini armati di pannelli di carta su cui, in movimento, vengono proiettate immagini, sulle musiche del serial «Game of Thrones») e «Area» (una perfomer fornita di una superficie mobile emergente da dietro il collo su cui vengono proiettate immagini). «Un altro protagonista dello spettacolo – spiega il coreografo originario del Vermont – sarò la cosiddetta tripolina, il sipario trasparente su cui si proiettano immagini. I Momix hanno sempre cercato nuovi modi di sperimentare la tridimensionalità nei propri numeri. Con questo show facciamo un passo ulteriore in questo senso».

La concomitanza di Momix e Cirque du Soleil in città per l'Expo non è, per Moses Pendleton, una notizia: «Qualcuno ci accomuna – spiega il coreografo – per la fisicità e l'elemento atletico. Ma loro sono molto più acrobatici e circensi, noi siamo una compagnia di danza. Ci accomuna forse una certa atmosfera surreale, ma restiamo qualcosa di molto differente».

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