«Io fannullone? Albertini ha trovato la pappa pronta»

È passato alla storia come il primo sindaco dell’era post Tangentopoli. E come il primo (per adesso l’unico) del Carroccio. Marco Formentini, 79 anni, sulla poltrona più alta di Palazzo Marino dal ’93 al ’97, oggi che è uscito dalla Lega e ha aderito alla Democrazia cristiana per le Autonomie di Gianfranco Rotondi, da Parigi dove trascorre la maggior parte del tempo fa il gioco della torre dei suoi eredi e butta giù Gabriele Albertini. Anche i numeri delle delibere presentate in consiglio comunale (e pubblicate ieri) dicono che l’«amministratore di condominio» ha lavorato più sodo di Letizia Moratti. Addirittura il doppio, se nello stesso arco di tempo e nella stessa aula, nel primo mandato Albertini sono stati varati in tre anni 585 provvedimenti contro i 259 di lady Letizia e 401 contro 259 nel secondo.
Riccardo De Corato, vicesindaco di entrambi, dice che la prima giunta Albertini ha prodotto tanto perché ha dovuto rimettere in moto la macchina, «dopo che Formentini non aveva prodotto nulla, sono stati 4 anni persi e di lui non si è accorto nessuno».
«È esattamente il contrario, Albertini ha fatto molto perché ha trovato tanti provvedimenti pronti. In quattro anni abbiamo azzerato Tangentopoli e recuperato il tempo perso, impostato tanti progetti».
Ad esempio?
«Ne cito due, il nuovo aeroporto di Malpensa che è andato a inaugurare poco dopo l’elezione, e gli inceneritori: quando si è insediato aveva tutti gli appalti pronti, poteva partire con la realizzazione. Noi venivano dopo Tangentopoli, non si poteva neanche tagliare l’erba senza problemi».
Vuol dire che Albertini si è trovato la «pappa pronta»?
«Come si dice a biliardo, Albertini ha avuto solo il filotto da spingere, senza bisogno di fare niente. Il suo compito è stato facile perché c’è stato qualcuno prima di lui che ha sgobbato 4 anni. Casomai, la Moratti si è trovata in una situazione difficile, l’ex sindaco aveva lasciato tante situazioni in bilico, non ultima la delicata vicenda dei derivati, o un piano parcheggi sbagliato».
Quindi, Moratti promossa anche se il consiglio lavora la metà?
«Secondo me si sta dimostrando un buon sindaco, che ha un grande progetto per la città. C’è un profondo abisso di visione e profondità politica. Ha avuto una pessima eredità ma sta dimostrando di lavorare molto meglio del suo predecessore».
Nel ’95 vietò di sedersi sui gradini del Duomo. Oggi c’è un boom di ordinanze, l’ultima è quello dell’alcol vietato agli under 16. Servirà?
«Penso che multare anche pesantemente i giovani che consumano alcolici sia una misura di alta civiltà, un modo di interpretare la missione del sindaco a livello europeo».
Ecco, ma alla Moratti contestano proprio di «volare troppo alto», di essere distante dalla gente.
«Anzi, casomai è il contrario: Albertini era freddo, lontano dai cittadini, Letizia sta rispondendo perfettamente ai bisogni dei milanesi. E il mito del territorio è una mistificazione».
Come finirà la sfida Expo?
«Mi auguro e penso che andrà bene. Certo servirà un ridimensionamento, per vedersela assegnare Milano ha dovuto andare un po’ sopra la soglia, non serve un progetto faraonico.

Si è perso tempo e non è stato facile credo rispettare gli equilibri politici e soddisfare gli appetiti della Lega, ma c’è la collaborazione della società civile, della Camera di commercio. Ora ha le carte in regola per partire bene ed essere un successo».

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