Cronaca locale

Ispettore penitenziario aggredito da detenuto

Diverbio e pestaggio nel carcere di Opera

Un ispettore capo della polizia penitenziaria del carcere di Opera è stato aggredito da un detenuto anarco-insurrezionalista che si trova nel settore di massima sicurezza. Lo denuncia il Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. «È successo che il detenuto, avuto un diverbio con l'ispettore in questione, lo ha aggredito colpendolo al volto e minacciandolo di morte. Solamente con il tempestivo intervento degli altri poliziotti penitenziari di servizio il detenuto è stato bloccato senza alcuna conseguenza mentre l'ispettore ha riportato problemi all'orecchio sinistro», spiega in una nota Alfonso Greco, segretario del Sappe Lombardia.

Il detenuto, spiega sempre il sindacato, è italiano e deve scontare una pena prevista fino al 2019. «Questa - continua la nota - è l'ennesima aggressione che si registra in un carcere della Lombardia e dovrebbe fare seriamente riflettere sulla necessità di adottare opportuni provvedimenti per scongiurare ulteriori fatti violenti contro poliziotti penitenziari».

Aggiunge Donato Capece, segretario generale del Sappe: «Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari. Quanto accaduto nella casa di reclusione di Opera evidenzia come le tensioni e le criticità nel sistema dell'esecuzione della pena in Italia sono costanti». Per Capece, «particolarmente allarmante la situazione è per la polizia penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici». Secondo i dati del Sappe, le donne e gli uomini dei reparti di polizia penitenziaria in servizio in Lombarida hanno affrontato nel primo semestre del 2016 ben 418 atti di autolesionismo, hanno salvato la vita a 54 detenuti che hanno tentato il suicidio e sono stati coinvolti in 417 colluttazioni e 51 ferimenti. «Le carceri, dunque, sono ad alta tensione anche in Lombardia - conclude il segretario -. Ma lo sono per gli agenti di polizia penitenziaria, sempre più al centro di gravi eventi critici come quello di Opera».

RC

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