Cronaca locale

Jader, star negli Usa: "Torno in Auditorium dove mi sento a casa"

Bignamini, nato alla Verdi, adesso è a capo della Detroit Orchestra: «Da subito feeling»

Jader, star negli Usa: "Torno in Auditorium dove mi sento a casa"

Un vecchio adagio dice che l'America è la terra delle opportunità. Anche stavolta è stato così. Almeno per Jader Bignamini, che nella stagione 2020/21 sarà il nuovo direttore musicale della Detroit Symphony Orchestra, una tra le più blasonate orchestre Usa. Bignamini è stato scelto da una delegazione formata da professori dell'orchestra insieme ai membri del Cda e allo staff manageriale; l'incarico durerà sei anni.

La notizia è arrivata in Italia proprio mentre il quarantatreenne direttore cremasco, nato e cresciuto musicalmente all'Orchestra Verdi di largo Mahler, era alla guida della «sua» nuova orchestra, per il secondo programma stagionale (Paganini e Berlioz) che lo vede questa settimana sul podio della Orchestra Hall, sede della compagine del Michigan, impreziosita dai festeggiamenti per la celebrazione del primo centenario. Una storia d'altri tempi, quella di Bignamini, se non fosse che davvero l'America ricorda sempre a tutti di sapere apprezzare e premiare qualità e merito. Il primo a essere sorpreso è proprio lui, che raggiunto al telefono, ha detto: «Non ci credo ancora, devo realizzare la cosa e, in qualche modo, farmene una ragione. Posso dire solo che sono a dir poco felice, se penso all'ottimo lavoro che, proprio in queste ore, stiamo facendo insieme a questa meravigliosa orchestra». Bignamini, che negli Stati Uniti è ormai una celebrità, nel giugno 2018 fu chiamato a Detroit per sostituire il direttore uscente, Leonard Slatkin, che stava male, nella conduzione della pucciniana «Turandot». Un trionfo.

In quell'occasione nacque tra l'orchestra, il suo affiatatissimo pubblico e il giovane direttore italiano un feeling indissolubile. «Un innamoramento a prima vista, una di quelle cose difficili da spiegare ma che ti senti dentro».

Bignamini torna a Detroit nell'ottobre scorso, quando dirige la Quarta di Mahler. E si arriva ad oggi: «Sono stato molto fortunato racconta al telefono -. Nella mia carriera ho sempre incontrato persone che mi hanno aiutato e saputo, voluto valorizzarmi, a cominciare da Luigi Corbani, fondatore della Verdi». E ancora: «Proprio la prossima settimana tornerò a dirigere la Verdi a Milano in Auditorium, dove mi sento a casa. Ma sicuramente mi sentirò a mio agio anche qui. E sa perché? Perché io sono un grande appassionato di jazz; quando posso lascio la bacchetta e prendo il clarino tra le mani, uno strumento che ho sempre amato, e mi metto a suonare. Farlo qui, a Detroit, una delle capitali del jazz... non so se mi spiego».

Gli fa eco Luigi Corbani, storico patron della Verdi e talent scout, che ricorda: «Sono orgoglioso di aver capito, vent'anni fa, il grande talento musicale di Jader e sono contento per la sua carriera internazionale, che cominciò nel 2012 proprio con la Verdi, in una indimenticabile tournée in Russia. Lo feci debuttare come direttore in Auditorium nel 2010; all'epoca era assistente dell'allora direttore musicale dell'orchestra, signora Zhang Xian, che per uno stiramento al braccio durante l'esecuzione della Quinta di Mahler, dovette abbandonare. Così, per la seconda parte del concerto, salì sul podio Bignamini: fu un successo straordinario. Da allora non si è più fermato. Sono assolutamente convinto di aver fatto la scelta giusta allora, come sono certo che gli americani della Detroit Symphony abbiano fatto la scelta giusta oggi, per incrementare il già notevolissimo prestigio di cui gode dentro e fuori gli States».

Bignamini avrà modo di festeggiare insieme all'Orchestra Sinfonica di Milano settimana prossima, venerdì 31 gennaio (ore 20) e domenica 2 febbraio (ore 16), quando dirigerà la Verdi nella «Sinfonia Fantastica» di Berlioz, il «Concerto in Sol maggiore» di Ravel insieme al pianista milanese Luca Buratto, e «Dal buio», brano commissionato dall'Orchestra di Largo Mahler ad Alessandro Melchiorre: un programma eterogeneo, ennesima occasione per Bignamini di riaffermare la sua grande poliedricità. E, a dire il vero, non sono pochi quelli che, dalle parti di largo Mahler, si rammaricano che Bignamini non sia stato scelto come direttore musicale della Verdi. Ma, come vuole una regola non scritta del calcio, «gol non fatto, gol subìto...».

Oggi, alle 21 sarà possibile seguire in diretta il concerto della Detroit Symphony Orchestra via web sulla piattaforma della DSO (dso.

org/live) e tramite la pagina facebook ufficiale dell'orchestra.

Commenti