Cronaca locale

«JazzMi» ora si allarga e sbarca pure in periferia Star e duecento eventi

Giovedì parte la rassegna che porta in città i big dell'improvvisazione: da Zorn a Bollani

Luca Testoni

JazzMi anno terzo, tra conferme e novità. Se il quartier generale resta la Triennale con il suo piccolo ma confortevole Teatro dell'Arte (d'altronde, negli anni Sessanta fu utilizzato dal celeberrimo quintetto capitanato da John Coltrane e Miles Davis), e il Blue Note sarà una delle location più utilizzate, quel che colpisce dell'edizione 2018 della rassegna curata da Ponderosa Music&Art (in collaborazione con Triennale e Blue Note), in programma da dopodomani al 13 novembre, è il suo essere mai come quest'anno diffusa. Nel senso più autentico della parola. JazzMi porterà il jazz, in tutte le sue svariate declinazioni, in giro per periferie - Quarto Oggiaro, Niguarda, Dergano, Corvetto, in via Padova -, così come in luoghi simbolici, come il Castello Sforzesco, ma anche insoliti, come biblioteche, bocciofile, scuole, beni sequestrati alle mafie e chiese - e, per la prima volta, anche fuori Milano, a Varese.

Alla capillarità dell'happening corrisponde un programma extralarge. Gli eventi censiti sono ben 210, tra concerti (a pagamento e gratuiti), docu-film, mostre fotografiche («Jazzlife» di William Claxton che fotografò i grandi degli anni Cinquanta e Sessanta), interviste e presentazioni di libri.

Il cartellone è degno di un grande festival internazionale con tanti «big» che hanno fatto la storia della musica jazz e altrettanti esponenti delle generazioni più recenti. Tutti o quasi rigorosamente made in Usa.

Tra i protagonisti di show a «cinque stelle» spiccano, in rigoroso ordine di programmazione, Art Ensemble of Chicago, il mitico collettivo, capitanato da Roscoe Mitchell, che aprirà JazzMi l'1 novembre al Teatro dell'Arte, nel segno del free jazz come musica di tolleranza e accoglienza; il compositore e sassofonista newyorkese John Zorn in coppia il 6 novembre al Teatro Dal Verme con uno sperimentatore doc come il bassista Bill Laswell; due chitarristi del calibro di John Scofield (doppio concerto il 7 novembre al Blue Note alla testa dei Combo 66), e Bill Frisell (anche per lui doppio show al Blue Note l'8 novembre); il pianista sudafricano Abdullah Ibrahim (l'8 novembre al Teatro dell'Arte), riuscito nell'impresa di mettere assieme la tradizione jazz afroamericana, il township jive e la musica classica; lo storico contrabbassista del Miles Davis Quintet Ron Carter (il 9 al Blue Note per due set); e due campionissimi intramontabili come il pianista Chick Corea (il 10 al Conservatorio) e il sassofonista di James Brown Maceo Parker (l'11 all'Alcatraz).

Restando in tema di proposte d'Oltreoceano, meritano una menzione il trio a tutta fusion del bassista Victor Wooden (il 2 e 3 novembre al Blue Note); il sassofonista d'avanguardia Colin Stetson (il 4 al Teatro dell'Arte); due voci stellari come Nnenna Freedom (l'1 novembre al Blue Note) e Judi Jackson (il 3 al Teatro dell'Arte per una serata tributo a Nina Simone); pianisti Steve Kuhn e Christian Sands (al Blue Note rispettivamente il 6 e l'11) e Jason Moran (anche lui il 6, ma al Teatro dell'Arte); e il trombettista Marquis Hill (il 10 in Triennale).

Massiccia la presenza degli italiani, a cominciare da Paolo Fresu e Stefano Bollani, entrambi in Conservatorio - il primo in coppia con il violoncellista-contrabbassista svedese Lars Danielsson (il 4) e il secondo con una formazione tutta brasiliana (il 9) -; e da Enrico Rava di nuovo assieme a Joe Lovano, dopo più di 20 anni, e con un quintetto d'eccezione (il 2 al Teatro dell'Arte).

In cartellone, oltre a Paolo Conte, il cui show del 13 agli Arcimboldi (il 13) è sold out, anche il sassofonista James Sanese alla testa dei Napoli Centrale, un cult per chi ha amato Pino Daniele (il 3 al Teatro dell'Arte).

Commenti