Si arricchisce la collezione di Volandia. Oggi è in arrivo un MD 82 donato da Meridiana, un aereo storico, un modello che è stato protagonista dell'aviazione commerciale degli ultimi decenni. In realtà proprio gratis non è: il presidente di Volandia, Marco Reguzzoni, e quello di Meridiana, Marco Rigotti, hanno pattuito il prezzo di un euro più Iva. L'aereo atterra a Malpensa alle 9, proveniente da Olbia: è il suo ultimo viaggio. Il primo risale al 1984, quando arrivò in Sardegna direttamente da Long Beach, in California, dalla fabbrica della Mc Donnel Douglas. Era il primo aereo della famiglia MD 80 ad entrare nella flotta della compagnia dell'Aga Khan, e da allora ha totalizzato oltre 56mila ore di volo. Nelle prossime settimane sarà spostato, con mezzi speciali, dai piazzali di Malpensa per essere collocato sul grande prato di Volandia, di fronte all'aeroporto. Per quanto si tratti di un aereo di breve-medio raggio, è una macchina imponente, con un'apertura alare di 32 metri, una lunghezza di 45, una capienza di 165 posti.
L'estate scorsa è arrivato a Volandia anche il DC9 del 1977, l'aereo di Stato che accompagnò presidenti della Repubblica e del Consiglio, e che fu «prestato» anche a più di un Papa. Era abbandonato negli hangar di Fiumicino e Volandia l'ha ottenuto da Alitalia, che ne era entrata in possesso dall'Aeronautica militare. «È giunto in autostrada, con convogli di trasporti eccezionali racconta il vicepresidente di Volandia, Luciano Azzimonti -. In un pezzo solo la fusoliera lunga 40 metri, a parte le ali, il timone di coda, i motori. Un viaggio a tappe, delicato, impegnativo ed entusiasmante». Porta la sigla 012; esistevano due esemplari identici, con salottini in velluto e arredi sobriamente lussuosi. Sul gemello 013 si svolse la celebre partita a carte tra il presidente Sandro Pertini, Dino Zoff, Franco Causio ed Enzo Bearzot, al rientro dalla vittoria dei mondiali di calcio in Spagna nel 1982. Ma nel 1999, durante una visita di Stato a Mosca dell'allora presidente del Consiglio Massimo D'Alema, quel DC9 013 di Palazzo Chigi fu urtato nel parcheggio dall'aereo del presidente russo Boris Eltsin. Il costruttore americano, la McDonnel Douglas, accertò che non era riparabile, e questo segnò la sua fine: venne smantellato nell'aeroporto della capitale russa. Ora il DC9 di Volandia è in restauro, grazie al lavoro di valorose squadre di volontari e sarà esposto in primavera al pubblico, che potrà visitarlo anche all'interno.
Da qualche settimana Volandia, il parco e museo del volo di Somma Lombardo (Varese), si è arricchito anche di una nuova area espositiva dedicata a Flaminio Bertoni. Sconosciuto ai più, è uno dei nomi più illustri del design automobilistico del Novecento, autore di alcune delle auto più rappresentative della sua epoca. Progettista della Citroen, firmò nel 1955 la DS, prodotta per vent'anni, un mito: molti la chiamavano «ferro da stiro» o «squalo», e ha mantenuto intatta nel tempo la sua originalità. Sue anche la 2 Cavalli, utilitaria low cost prodotta dal 1948 al 1990, ingegnosa e anticonformista; l'avveniristica (per l'epoca) Ami 6 (1961-1969), la sua preferita. In precedenza aveva esordito con la rivoluzionaria Traction Avant, prodotta tra il 1934 e il 1957, che tanto ricorda il commissario Maigret e la polizia francese. Oggi queste auto sono esposte a Volandia, in un padiglione di 700 mq e provengono dalle collezioni Citroen di Parigi. In mostra anche disegni, bozzetti, progetti, sculture, modelli di un artigiano-artista-inventore che fece capire come un'auto può essere un'opera d'arte.
Personaggio eclettico e geniale, nacque a Varese nel 1903, iniziò a lavorare alla Macchi (poi Aermacchi) per poi trasferirsi a Parigi dove arrivò al successo (morì in Francia nel 1964). La collezione che illustra la sua personalità era stata in parte esposta nei locali della Provincia di Varese; ora, a Volandia, trova il suo spazio più naturale, nell'ambito di un museo, nato per celebrare il volo, ma ormai esteso a tutto il mondo dei trasporti. Gli edifici in cui si articolano le esposizioni sono le vecchie Officine Caproni, a pochi passi dall'aeroporto di Malpensa, la fabbrica che in Italia ha fatto la storia dell'aviazione. La presenza prolungata di queste produzioni ha creato nel territorio varesino un forte humus culturale legato ai trasporti, di cui anche Bertoni è espressione. Altro personaggio figlio di questa cultura è stato Francesco Ogliari, studioso e storico dei trasporti, milanese ma con ascendenze varesine, che nei terreni della sua casa di Malnate nel 1954 iniziò a raccogliere carrozze, locomotive, tram, vagoni di ferrovie e metropolitane, dando vita a un museo ampio e di grande fascino. Dallo scorso anno la collezione Ogliari è a Volandia, dove completa con la parte terrestre il percorso dedicato al volo. Il parco è uno dei più grandi musei dei trasporti in Europa, allestito in un complesso di archeologia industriale di straordinario valore storico-architettonico.
Qui sono esposti vecchi velivoli Caproni, a cominciare dal Caproni 1 del 1910, oltre a un Dc3 Dakota, la produzione Aermacchi, il Fiat G91 delle Frecce tricolori; poi elicotteri, alianti, e il modello in dimensioni originali del Convertiplano di Leonardo-Finmeccanica, quel velivolo ibrido, un po' elicottero e un po' aeroplano, destinato a rivoluzionare l'aeronautica civile nei prossimi anni.
Soddisfatto il presidente, Marco Reguzzoni: «L'anno che sta per chiudersi è stato per noi molto importante, grazie all'arrivo dei nuovi aerei e all'apertura del museo Bertoni. Due buoni motivi per farci sperare che i visitatori aumenteranno ancora, rispetto agli oltre 100mila dello scorso anno. Il trend ce lo conferma».
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