Tra l'Arcimboldo sparito e il Foody nascosto

Tra l'Arcimboldo sparito e il Foody nascosto

L'Ortolano c'è, ma non si vede. Mesi di diplomazia e contrattazioni per averlo in prestito, ed ora nemmeno un secondo di gloria davanti al pubblico di Expo. Ben prima di provarci con i Bronzi di Riace – che a questo punto è stato forse più saggio lasciare dove sono -, il simbolo di questa Esposizione universale era stato identificato nelle tele di Arcimboldo, il pittore rinascimentale che con le cipolle foggiava guance rotonde e con il sedano chioma e capelli. Piaccia o non piaccia, il suo stile era un'idea. Italiana e «intonata» ad un expo made in Italy dedicato al cibo. Fra le varie tele del pittore ne era stata scelta una piccola, ma «double face». Se guardata «dritta» è un volto d'uomo, con uno specchio l'immagine si ribalta in una canestra di frutta e verdura. Natura morta reversibile, un prodigio ante litteram, vecchio di oltre cinque secoli, che non avrebbe stonato fra i mille artifizi tecnologici visti fra i padiglioni. Peccato che ora la tela, concessa non senza storture di naso dai musei civici di Cremona e solo fino a fine agosto, resterà invisibile al pubblico. Molto rumore per nulla. Tanto valeva lasciarla a casa sua dove magari qualche turista, in gita fuori Expo, avrebbe potuto ammirarla. A confermarlo sono i portavoce di padiglione Italia. «La tela resterà in una delle sale riservate alle delegazioni in visita». Il padiglione è bello e ormai in dirittura di arrivo: via qualche cavo elettrico pendente, si sta ponendo rimedio anche all'umidità delle scale. Il percorso è accattivante, ma fra la Vucciria di Guttuso e una Demetra romana negli spazi aperti, per l'ortolano non c'è posto. Il suo ricordo è solo affidato ad un surrogato, anzi meglio ad un centrifugato, dato il tema, più buffo che bello, quel Foody che fa da mascotte all'evento e campeggia su totem e merchandising.

Così per ammirare l'idea del quadro prigioniero non resta che assistere due volte al dì, alle 16 e alle 19, alla parata di Foody, scortata da zucchine e verdure cantanti lungo il decumano. Qualcuno si chiede a chi sia ispirata. Difficile spiegare che l'originale c'è ma resterà invisibile.

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