Cronaca locale

L'arte da non perdere

Da Canova a De Chirico, il nuovo anno ripropone (ancora per poco) mostre irripetibili

Mimmo di Marzio

Il nuovo anno è cominciato con una ricca eredità nel palinsesto espositivo e queste ultime giornate di festa costituiscono un'occasione ghiotta (e ben sfruttata, a giudicare dalle code) per non perdersi una delle tante mostre inaugurate lo scorso autunno e che si chiuderanno tra febbraio e marzo. Mai come quest'anno, va detto, il livello è altissimo sia per quanto riguarda le mostre storiche (sull'onda lunga del cinquecentenario leonardesco), sia per il Novecento osservato attraverso irripetibili antologiche come quella su De Chirico e progetti tematici come quello sul «Giapponismo» in Occidente al Mudec. L'impressione oggi, che può percepire soprattutto un «educato» visitatore straniero, è quella di un'equilibrata sinfonia che coinvolge i musei (non solo Brera ma anche quelli civici o le case-museo private), gli spazi espositivi pubblici (come Palazzo Reale, l'Arengario o il Pac), il polo museale di Intesa Sanpaolo che offre mostre sempre più sontuose e i luoghi dedicati all'arte d'oggi, come l'Hangar Bicocca e la Fondazione Prada. A queste ultime due fondazioni è ormai delegato il ruolo di grande osservatorio sull'arte contemporanea, e il livello è ormai talmente internazionale (imperdibili le installazioni luminose dell'artista gallese Cerith Wyn Evans o gli environment sensoriali dello spagnolo Daniel Steegmann Mangrané) da non far rimpiangere più di tanto l'assenza di un museo d'arte contemporanea. Ma veniamo agli highlights, come si usa in gergo, per sottolineare doverosamente le mostre assolutamente da non perdere ma che anzi meriterebbero più di una visita non solo dagli appassionati della storia dell'arte. Le Gallerie d'Italia offrono fino al 15 marzo un eccezionale confronto tra i due massimi scultori che hanno saputo coniugare gli ideali di perfezione tecnica e bellezza ai prodromi della modernità. La mostra «Canova - Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna» rappresenta, per l'importanza e la qualità delle opere esposte, un'occasione quasi unica per un tuffo nel primato della scultura che tra Settecento e Ottocento rinvigorì in modo irripetibile la perfezione della classicità. In scadenza (il 19 gennaio) l'altra grande antologica che a settembre ha aperto la stagione di Palazzo Reale, vale a dire quella dedicata al Pictor Optimus Giorgio De Chirico. Era da mezzo secolo che Milano non ospitava una retrospettiva così ricca e curata (forse la migliore di tutti i tempi), con 120 capolavori che illustrano l'evoluzione della sua pittura, dall'incontro con le avanguardie passando per il periodo della Metafisica e quello del Surrealismo, fino al viaggio a New York del 1938 e alla Biennale del 1940. Gli appassionati del Novecento non dovrebbero neppure perdere la deliziosa retrospettiva che il museo del '900 dedica a Filippo De Pisis e che espone oltre 90 dipinti provenienti dalle maggiori collezioni italiane.

Per gli instancabili di Leonardo da Vinci, invece, c'è ancora un mese per ammirare al Poldi Pezzoli la Madonna Litta, l'incantevole tavoletta tornata a Milano dopo 30 anni in prestito dall'Ermitage.

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