Lavavetri, oltre 50 bloccati in un solo mese

Il tour sulla «circonvallazione dei disperati il Giornale l’ha fatto all’inizio dell’estate. Giorni in cui si aspettava come manna dal cielo la Direttiva europea che consentirà - forse - di allontanare dal territorio italiano gli stranieri, comunitari compresi, senza un lavoro regolare e quindi non in grado di provvedere al proprio sostentamento. Lavavetri, mendicanti mutilati, donne e bambini spesso vittime di un ingranaggio criminale che stritola quasi a ogni angolo di strada.
Nella Milano candidata all’Expo il pendolare di rientro dalle ferie subirà un assalto ogni tre minuti. Questo dice un rapido calcolo lungo la trentina di chilometri appena oltre la Cerchia dei Bastioni. Decisamente troppo. E mentre la «rossa» Firenze promette guerra a colpi di denunce penali e galera a chi si piazza ai semafori armato di secchio e spazzolone, l’amministrazione milanese guarda «con interesse all’esperimento». «Valuteremo nei prossimi giorni gli effetti e l’efficacia dell’ordinanza del sindaco Domenici - riferisce il vicesindaco, Riccardo De Corato -. Ho incaricato il comandante della Polizia locale di contattare il suo omologo a Firenze per ricevere una copia del provvedimento: ci servono nuovi elementi in vista di una possibile attuazione anche nella nostra città». Apertura destinata a far discutere, considerato che dall’inizio di luglio il Nucleo antidegrado dei vigili si è già mosso su un doppio fronte. Controllando le presenze moleste (in poco più di un mese sono stati 55 i lavavetri sanzionati con una multa di 50 euro e il sequestro dell’attrezzatura, in base all’articolo 80 del regolamento di polizia urbana), ma soprattutto con il delicato lavoro di identificazione e catalogazione in un’apposita banca dati. Una prima versione dell’anagrafe «degli ultimi» è quasi completata. Sarà lo strumento principale per verificare se gli individui censiti e invitati a mettersi in regola entro 90 giorni lo avranno fatto, altrimenti scatterà l’obbligo di lasciare l’Italia. «Parliamo come minimo di 500 persone - aggiunge De Corato -. Il punto cruciale, invece che introdurre la pena del carcere che a Firenze resterà di sicuro inapplicata, è colpire il racket dello schiavismo e ripristinare il reato di accattonaggio. Per questo è decisivo il contributo di polizia e carabinieri».
L’ordinanza fiorentina crea qualche imbarazzo a destra, quando l’assessore alla Salute, Carla De Albertis (An), afferma che simili deterrenti «vanno applicati subito anche a Milano per non rischiare che i rom respinti altrove arrivino da noi. Avanti con gli sgomberi, applichiamo le leggi europee e fermiamo chi sfrutta i deboli». Più critica l’assessore alle Attività produttive, Tiziana Maiolo (Fi): «Non è il singolo lavavetri il vero problema, bensì i criminali alle spalle. La sinistra non sa affrontare il tema della sicurezza, si rifugia in misure estremiste». Ettore Martinelli, consigliere comunale ds, osserva: «Approvo la svolta anti-buonista. Nutro però più di un dubbio che la norma possa trovare applicazione concreta e temo che finirà per appesantire la già oberata macchina giudiziaria.

Al vicesindaco non basterà copiare per risolvere il problema». E Filippo Penati, presidente della Provincia, applaude Domenici: «Fa bene a combattere le attività illegali con tutti i mezzi a sua disposizione. Le regole sono fatte per essere rispettate».

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