Paolo Limonta, coordinatore dei «comitati arancioni» dalle primarie 2010 in poi, responsabile dell'Ufficio relazioni con la città in Comune e (comunque) maestro elementare. Si è ripreso dall'annuncio di Pisapia?
«Dal 2010 sosteneva che avrebbe fatto un solo mandato, quindi sapevo da allora che c'era l'ipotesi e rispetto la sua coerenza. Non nego che avrei preferito che si ricandidasse per continuare e finire il lavoro. Ma seminare bene in politica significa che gli obiettivi possono essere raggiunti anche da altri».
L'esperienza dei comitati «arancioni» però sembra morta e sepolta.
«Non è così, anzi. I Comitati x Milano operano su progetti concreti che partono dai quartieri e continueranno a svilupparsi indipendentemente da chi sarà sindaco di Milano. Speriamo che anche il prossimo tenga in massima considerazione i comitati e le associazioni del territorio».
Nel 2011 è rimasto dietro le quinte: questa volta scenderà in campo, magari come capolista del mondo «arancione»?
«Fino a fine mandato continuo a lavorare come responsabile delle relazioni con la città poi si vedrà».
Non è un no.
«Diciamo che qualunque ruolo altro dovessi assumere in futuro, continuerò a lavorare anche come maestro elementare».
Il Pd ha avvertito la sinistra radicale che «quest'anno servirà come test, non ha ordinato il medico di presentarsi ancora uniti». Sembra già una resa dei conti, come la vede?
«Pisapia è riuscito in questi anni di amministrazione a tradurre in ricchezza anche le critiche e i pareri diversi. Credo che almeno nella prima fase delle primarie sarà importante tenere in considerazione tutte le proposte e le diversità nel centrosinistra, senza escludere chi critica alcune posizioni».
Su Expo però la frattura sembra insanabile: per il Pd è un'occasione di rilancio e la sinistra radicale fomenta i comitati anti-Esposizione. Come la mettiamo nei prossimi mesi?
«A Milano esiste una componente della sinistra espressamente contro Expo, che si e manifestata anche contro le decisioni assunte da questa giunta, ma credo escludere pregiudizialmente chiunque alla prima parte del percorso non sia produttivo per il centrosinistra. Lavoreremo perché siano primarie aperte a tutte le interlocuzioni possibili. Il prossimo sindaco deve avere un cuore e partecipare con molta passione alla gestione della cosa pubblica. Poi non ci sono cloni di nessuno».
Non teme che scatti il liberi tutti a sinistra e alcune delibere, come la regolarizzazione del
Leoncavallo, vengano affossate?«Pisapia non si è dimesso, l'annuncio non cambia la situazione. È il sindaco in carica e saprà gestire con la stessa forza le situazioni su cui esiste dialettica, come la delibera sul Leonka».
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