Via libera anche della Lega alla raccolta di firme per i referendum dei Radicali sulla riforma della giustizia. Dopo Silvio Berlusconi (che aveva sottoscritto anche i sei dedicati alla società civile) e il lancio della campagna presentata mercoledì dal responsabile Organizzazione del Pdl Daniela Santanché e dal coordinatore regionale Mario Mantovani, arriva ora anche l'adesione del governatore e segretario del Carroccio Roberto Maroni. Che annuncia la sua firma e chiede ai militanti di firmare quattro delle schede all'interno del pacchetto «giustizia giusta». Si tratta dei due sulla responsabilità civile che equiparerebbe ai medici i magistrati che in caso di errori dovuti a una sbagliata interpretazione del diritto o a una non esatta valutazione di fatti o prove, sarebbero chiamati a risarcire il danno. E poi l'abrogazione della norma che consente di mettere i magistrati fuori ruolo a capo di uffici della pubblica amministrazione e nei ministeri. «Perché oggi c'è una giustizia negata anche sui tempi che richiede un rafforzamento degli organici. Un magistrato deve fare il magistrato e non il capo di gabinetto di un ministro», aveva detto Maroni in agosto alla Camera evidenziando come «il rapporto tra politica e giustizia oggi sia particolarmente a rischio». Favorevole Maroni anche a una firma per sciogliere l'eterna questione della separazione per le carriere dei magistrati, dividendo la magistratura requirente (i pubblici ministeri, cioè l'accusa) dalla magistratura giudicante. Quei giudici che emettono le sentenze e dunque dovrebbero essere garanzia di imparzialità tra le parti del processo. Niente firme leghiste, invece, per l'abolizione dell'ergastolo e la limitazione del carcere preventivo solo per i reati più gravi. «Perché così - ha spiegato ieri Maroni - si premia chi reitera e chi commette reati di particolare allarme sociale». Per il resto l'annuncio che Maroni ha «dato disposizione alle segreterie nazionali e provinciali della Lega di contribuire alla raccolta firme. Ma solo limitatamente ai referendum che appoggiamo. Non sono d'accordo con chi non è d'accordo con gli altri quesiti, ma dice firmo comunque». Nessuna concessione, ovviamente, per l'abolizione della legge Bossi-Fini e del reato di clandestinità. Così come dell'ergastolo, considerato un deterrente necessario.
Oggi, intanto, la mobilitazione del Pdl con 550 gazebo in tutta la Lombardia.
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