Una tassa sui prodotti che vengono venduti on line come ciambella di salvataggio per i negozi della nostra regione, sempre più strozzati dalla crisi.
È solo una proposta, ma rischia già sul nascere di provocare un gran polverone. L'idea è stata buttata lì dal leghista Angelo Ciocca, presidente della commissione Attività Produttive del Consiglio regionale della Lombardia. Lo ha fatto a seguito dell'audizione di associazioni e sindacati di categoria dove è stato messo sul tavolo il tema tanto attuale quanto scottante che riguarda la crisi del commercio. Una crisi visibile ogni giorno anche nelle strade di Milano con le saracinesche che, sempre più numerose, si abbassano definitivamente. E, viceversa, le vendite on line attirano sempre più consumatori. Da qui la proposta di Ciocca: perché non tassare l'e-commerce per salvare i negozi tradizionali della Lombardia?
«Chi vende in Italia e in Lombardia, anche se il negozio sta dall'altra parte dell'oceano, deve contribuire fiscalmente, pagando una sorta di pedaggio per le autostrade reali e virtuali che percorre», ha detto Ciocca, aggiungendo che «siamo pronti a utilizzare queste nuove entrate anche per sostenere la digitalizzazione e la modernizzazione dei nostri negozi storici, che vogliamo tutelare».
Ma l'uscita di Ciocca, come è facilmente prevedibile, rischia di innescare una polemica. «Il problema non è certo quello di mettere nuove tasse», ha replicato subito a caldo il consigliere del Pd Enrico Brambilla.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.