"Leggendo Leggendo" i nostri figli scoprono la bellezza dei libri

Dietro le consolle e videogame i figli sanno emozionarsi ancora per una pagina di un libro. E il Comune di San Donato Milanese ha organizzato un "torneo" di lettura interpretativa

"Leggendo Leggendo" i nostri figli scoprono la bellezza dei libri

Chi lavora nell’editoria sa, purtroppo, come gli italiani leggano sempre meno, sia che si tratti di libri, sia che riguardi l’acquisto di quotidiani. La scusa è quella del tempo ma in realtà è la pigrizia che fa la differenza. La televisione ha sostituito gli spazi (pochi) che ci ritagliavamo per una buona lettura convinti come siamo che dal piccolo schermo passi tutto, compresa cultura ed informazione. I ragazzi non leggono più, ad esempio, I tre moschettieri. Vanno a vedere l’astruso e fumettoso adattamento cinematografico perché «così faccio prima», convinti che Dumas abbia veramente descritto una Milady (Milla Jovovich) che, svestita, si cala a testa in giù da un tetto per rubare dei gioielli. Beata ignoranza.

In questo panorama desolante, quando tuo figlio di otto anni ti spiazza a colazione per comunicarti che «papà oggi devi stare a casa dal lavoro perché ho la finale di lettura interpretativa», vi sembra di sognare o di aver capito male. «Hai detto lettura?» chiedete giusto per scacciare il minimo dubbio che non si stia confondendo con uno dei tanti tornei calcistici di questo mese di maggio. E così scoprite che da qualche anno il vostro Comune (in questo caso, San Donato Milanese) tra tante iniziative culturali promuove, con le scuole primarie e secondarie del territorio, un concorso dove al centro vi è appunto la lettura, un fatto che ti fa ben sperare per il futuro. E che il tuo bimbo si esalti non per l’ennesima rete segnata con la maglia della sua squadra ma per essere arrivato in una finale dove dovrà leggere un brano di prosa con i suoi compagni di classe della 3B di via Libertà (elementare), coadiuvati da quei pozzi inesauribili di idee ed energie delle loro maestre, è qualcosa che ti spiazza.

Dietro le loro consolle e videogame i nostri figli sanno emozionarsi ancora per una pagina di un libro. A voi sembrerà poco ma con il panorama di cui sopra non è così scontato. Eccoli lì, tutti i finalisti, riuniti per interpretare al meglio i brani e le poesie scelte. Alcuni si sono anche travestiti perché così, calati meglio nella parte, sperano di poter influenzare, magari un poco, la giuria. Si alternano e ricevono applausi convinti, perché solo per il fatto di salire su un palco e leggere davanti ad un pubblico di centinaia di persone meriterebbero la vittoria. Tocca ai magnifici quattro della 3B e tu, che fino ad un attimo prima fingevi indifferenza, scopri che il tuo cuore batte a mille. Loro, invece, come professionisti scafati, iniziano a declamare il loro brano ad alta voce senza la minima emozione, come se fosse una cosa del tutto naturale, variando il tono della voce per «interpretare» al meglio le parole del testo. Si divertono e questa è forse la cosa più bella che resterà loro. Scoprire che non solo in un videogioco ma anche in un brano di un libro si possa sorridere è una bella conquista. E’ arrivato il momento del verdetto. Bravissimi, sono arrivati secondi pur essendo i più piccoli in gara. La maestra Silvia non ci sta più dentro, così come i genitori e i loro compagni di classe che sono venuti a tifare per i quattro. Perché l’unità di un gruppo la si vede anche da questi particolari e la lezione che possono insegnare, agli adulti, dei bambini di otto anni è sorprendente. Vengono ad abbracciarci e a far festa, orgogliosi del loro attestato che verbalizza il posto conquistato.

Hanno ricevuto anche un libro in premio e, miracolo, mio figlio lo divora in due giorni, ancora caricato a mille dall’impresa fatta con i suoi compagni. Questa è una piccola storia capitata in un paese della provincia di Milano. La raccontiamo nella speranza che possa moltiplicarsi in ogni angolo d’Italia.

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