Legionella, la paura di Bresso «La verità solo tra dieci giorni»

Un anziano già malato è morto e un altro è in fin di vita per il batterio Altre quattro persone colpite: tutte abitavano nel giro di 500 metri

Legionella, la paura di Bresso «La verità solo tra dieci giorni»

C'è un'altra persona in gravi condizioni dopo essere stata colpita dal batterio della legionella a Bresso: è una signora anziana, anche lei non godeva già da prima di una salute perfetta, come l'uomo di 78 anni morto pochi giorni fa. Dei sei ricoverati, oltre al decesso per «polmonite da legionella», ora è il suo il caso che preoccupa di più. Mentre tre persone sono state dimesse, stanno bene. E per sapere la verità bisogna aspettare altri dieci giorni.

Uno dei campionamenti effettuati dai tecnici dei servizi di sanità pubblica della Asl ha dato riscontro positivo: vuol dire che la legionella c'è, e se in uno dei casi è certo che l'infezione sia avvenuta sotto la doccia, è probabile che anche le altre cinque persone colpite abbiano preso il batterio a casa loro. Anche perché tutte le abitazioni sono concentrate in un'area limitata, quella tra via Ariosto e via Savino, tra via Roma, via Tagliabue e via Roma: un cerchio, nella zona nord-est della cittadina, dal diametro di non più di 500 metri.

«A Bresso l'acqua si può bere», hanno ribadito ieri all'unisono il sindaco Ugo Vecchiarelli e il direttore di Amiacque Tommaso Bertani, durante la conferenza stampa. Sul tavolo - forse volutamente - due bottiglie riempite con acqua del rubinetto. Non ci si infetta bevendo, ma solo stando a contatto con il batterio dove c'è vapore, come appunto può avvenire sotto la doccia, in un bagno idromassaggio, se ci espone a irrigatori a spruzzo o a umidificatori alimentati con acqua che contenga il batterio della legionella. Tutte informazioni che il primo cittadino aveva già fornito in due comunicati: il primo diffuso lo scorso sabato 18 ottobre, il secondo tre giorni fa, quando è stato accertato anche il sesto caso di legionella. Eppure ieri negli uffici al pubblico del Comune di Bresso il telefono non smetteva di squillare, molti dei dipendenti hanno trascorso la giornata rispondendo a domande allarmate sul tema. A turbare la consueta tranquillità dei cittadini sono state più le notizie apparse sulla stampa e nei telegiornali che i comunicati del sindaco. Intanto Amiacque ha fatto sapere di aver staccato i pozzi di Bresso, «in via precauzionale»: da ieri l'acqua che i cittadini vedono scorrere dai rubinetti di casa arriva da Cormano, Novate milanese e Paderno Dugnano, perché la rete idrica è la stessa ma nell'area di Bresso l'azienda del servizio idrico ha deciso di «sanificare tutto», ripulire a fondo con il cloro, «nel giro di una settimana» promette il direttore Bertani.

«Il clima generale mi pare abbastanza tranquillo, quello che si sa lo abbiamo appreso dai giornali, compreso il caso della persona deceduta», osserva Don Angelo, della Parrocchia giusto di fronte al Comune, in piazza Giovanni Paolo II.

Il tam tam mediatico però è partito: al bar «Il Circolino», dove pare che anche il sindaco vada a bere il caffè ogni mattina, non si parla d'altro.

Ma il giovane gestore è tranquillo, forte delle informazioni ricevute: l'acqua si può usare per lavare gli alimenti, quanto al vapore «l'alta temperatura che usiamo noi uccide i batteri». Ma all'ingresso del centro sociale per anziani di piazza dell'Immacolata, pochi passi più in là, un signore dice al coetaneo: «Hai capito? Non devi bere l'acqua!».

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