A Legnano dolore per Bruno «Assurdo, si doveva sposare»

Tutti sconvolti per il giovane trucidato a Barcellona «Era un ragazzo speciale». Il sindaco: «Lutto cittadino»

D avanti al cancello chiuso del complesso residenziale verde e giallo tra le aiuole, in via Gorizia 40, a Legnano, c'è un giovane uomo corpulento dai capelli rossi, agitato e poco gentile. Forse semplicemente sconvolto. «Andate a parlare con i suoi colleghi, alla Tom's Hardware, in via XX settembre 20. Vi aspettano. Qui no comment, capito? Mi sono trovato due giornalisti nell'atrio del complesso residenziale... Roba da matti! Non c'è nessuno qui. La famiglia partita per Barcellona? No comment. Come ve lo devo dire, in cinese?». Legnano protegge con le unghie e i denti il suo morto della strage di Barcellona, Bruno Gulotta, 35 anni, padre di famiglia e responsabile marketing e vendita nella filiale italiana della Tom's Hardware, un gruppo editoriale che si occupa di tecnologia e informatica con sede in via XX settembre 20. Giovedì sera erano da poco trascorse le 22.30 quando si è sparsa la notizia che il giovane era stato falciato e ucciso dal furgone killer mentre, in vacanza, camminava sulle Ramblas con la compagna Martina e i suoi bimbi, un maschietto di 6 anni tenuto per mano dal suo papà e una bambina di 7 mesi che la mamma portava in giro in un marsupio. La prontezza della giovane madre (ha 25 anni) - che ha notato il furgone guidato da un terrorista islamico, avanzare a tutta velocità investendo tutto e tutti - ha salvato i figli; Bruno invece, ha cercato di fare da scudo alla famiglia, ed è stato falciato e ucciso sotto gli occhi della madre dei suoi bambini.

Bandiere a mezz'asta intanto nella sede del Comune in segno di partecipazione al dolore, «il lutto cittadino sarà proclamato quando conosceremo la data dei funerali» ha dichiarato il sindaco di Legnano, Gianbattista Fratus.

«La notizia l'ho saputa da una mia vicina a cui ha telefonato, intorno a mezzanotte, una collega e amica di Bruno. Cosa vuole che le dica? Non ci ho creduto nemmeno stamane (ieri per chi legge, ndr), quando la Farnesina ha dato la comunicazione ufficiale. Non è possibile andare in ferie con moglie e figli, tranquilli e sereni, poi morire ammazzati da un terrorista».

Giorgio è stato compagno «di corsa» di Gulotta fino a poco prima che il 35enne partisse per le vacanze. «Un ragazzo meraviglioso. Lo so che non si parla mai male di chi muore, ma lui era davvero un'ottima persona - ci racconta -. Voleva rimettersi in forma, era tornato a correre e a frequentare la palestra, la vita sedentaria, diceva, lo aveva appesantito. Del resto gli piaceva mangiare, anche se in maniera rigorosamente sana. Ne sapeva più lui di alimentazione corretta che un dietologo».

«Sì, non aveva vizi, non fumava, non era nemmeno appassionato di calcio - prosegue l'amico - Andavamo a correre ma anche a camminare. Tirava avanti lui la famiglia, lavorando dalle 8 alle 18; la compagna aveva fatto la barista, ma ora era mamma a tempo pieno. Una coppia bellissima, solare, con quei bambini poi... Avevano deciso di sposarsi a breve, sa? Si erano conosciuti qui, dove Bruno è venuto ad abitare a soli 8 anni. Era nato a Milano, in via Soperga, mi pare. Una bella testa, anche sul lavoro. Mi aveva spiegato che vendeva la parte pubblicitaria del sito del gruppo editoriale per cui lavorava. Per quello che posso capirne io era molto preparato nel suo campo».

«Salutista?

Diciamo che amava sapere tutto, ma proprio tutto, su quel che metteva nello stomaco. Gli piaceva informarsi e stare bene...». E qui il signor Giorgio non parla più e si prende la faccia tra le mani, scoppiando in lacrime.

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