Cronaca locale

Leonardo in piazza Scala Storia del genio in «3D»

Leonardo in piazza Scala Storia del genio in «3D»

Leonardo, narrano le cronache, era un uomo che «non mai con l'animo suo si chetava». In tasca aveva sempre dei taccuini da viaggio, manoscritti tascabili che ordinava apposta, di circa duecento pagine l'uno: si calcola che ne abbia posseduti almeno centoventi. Oggi rimangono solo cinquemila pagine, raccolte nel Codice Atlantico, nel Manoscritto B, nel Codice del Volo: è lì che si manifesta l'inquietudine dello scienziato, che annota e disegna ciò che ha attorno (piante, animali, macchinari), che migliora macchine esistenti e ne inventa di nuove.
E ci sono voluti due ingegneri, Mario Taddei ed Edoardo Zanon, laurea cum laude al Politecnico di Milano e la «fissazione» per gli studi leonardeschi, per raccontare il vero da Vinci. Lo fanno ora in una mostra, nelle Sale del Re della Galleria Vittorio Emanuele, proprio dirimpetto alla Scala, portando nella città dove Leonardo visse per vent'anni una mostra che ha girato e affascinato il mondo. Taddeo e Zanon, insieme a Massimiliano Lisa, hanno fondato sette anni fa «Leonardo 3», un centro di ricerca per studiare e rendere fruibile l'opera del Maestro.
Con dieci anni di ricerca, svolta studiando i manoscritti e rielaborando in laboratorio, grazie all'uso delle nuove tecnologie, i disegni e gli schizzi del maestro rinascimentale, «Leonardo 3. Il mondo di Leonardo» (fino al 31 luglio) presenta duecento macchine leonardesche. Alcune sono ricostruite fisicamente, altre in 3D: per la prima volta scopriamo il sottomarino meccanico, la macchina del tempo, il cubo magico, la macchina volante.
Che cosa scopriamo? Tante cose, ad esempio che negli studi sul volo arrivò a un soffio da scoprire la portanza (un'equazione dell'aerodinamica scoperta 250 anni dopo la sua morte) oppure che la Clavi-viola, uno strumento da lui inventato, può funzionare, ma ha un motore rumoroso.
Il merito principale della mostra - inaugurata ieri alla presenza di Vittorio Sgarbi - sta nel mostrare come lavorava la mente di Leonardo. Un genio? No, uno scienziato vero. Un uomo assetato di curiosità verso l'universo, una intelligenza vivida, che si nutriva dell'osservazione minuziosa, dello studio, della ricerca, dei tentativi infiniti e che non si fermava davanti agli errori. Oltre mille i fogli consultabili digitalmente, duecento le macchine leonardesche ricostruite con rigore filologico e scientifico: Leonardo, uomo di lettere e di scienza, è in mostra a Milano, dove visse per vent'anni, una città che purtroppo non ha ancora capito come investire sul 'brand Da Vinci' (fortissimo all'estero) per promuovere il turismo culturale.

Gli ingegneri di Leonardo 3 propongono: «E se incominciassimo da un museo innovativo tutto su Leonardo?».

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