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L'ex impiegata delle Poste ha raggirato 45 correntisti

Insieme alla sorella proponeva ad amici, anziani e parenti investimenti fittizi e riservati ai dipendenti

L'ex impiegata delle Poste ha raggirato 45 correntisti

Le parti lese sono salite alla non trascurabile quota di 45 persone (di cui 19 sono uomini) e anche per questo ci si aspetta un folto pubblico rabbioso stamane al tribunale di Monza per l'udienza preliminare del processo che vedrà sul banco degli imputati le due sorelle Tiziana e Giannina Pirola, rispettivamente 59 e 55 anni. Tiziana (soprannominata «kamikaze» dagli investigatori della Guardia di Finanza del Gruppo di Monza) residente a Besana Brianza, impiegata all'ufficio postale di Carate Brianza prima e di Monza poi, era stata licenziata in tronco nel gennaio dell'anno scorso e indagata per truffa dalla Procura di Monza; la sorella minore vive a Sirone (Lecco) ed è accusata di aver aiutato la sorella procacciandole vittime da truffare. Dopo un anno e mezzo di indagini e centinaia di conversazioni telefoniche intercettate, entrambe sono state arrestate il 28 giugno scorso (la prima è in carcere, l'altra ai domiciliari) con l'accusa di truffa aggravata, tra l'altro, dall'aver approfittato di circostanze di persona (parentela, amicizia, età avanzata delle vittime) tali da ostacolare la privata difesa, quindi per ricettazione e favoreggiamento reale.

Secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Monza su delega del pm Vincenzo Fiorillo della Procura brianzola infatti Tiziana Pirola, dal 2014, ha raggirato i 45 correntisti postali proponendo un investimento postale riservato, come lei asseriva, «solo ai dipendenti di Poste Italiane». Un affarone: i dipendenti godono di una agevolazione sugli interessi rispetto ai clienti, o almeno è quanto lei ha fatto credere ai truffati, riuscendo a sottrarre loro anche cifre che superano i 160mila euro.

Il modus operandi di Tiziana Pirola era piuttosto ingegnoso. L'impiegata (forse schiava del gioco d'azzardo?) faceva confluire nel suo conto postale le somme di denaro dei clienti delle Poste, con la promessa di investirli a nome suo in un fantomatico «Progetto Orizzonte».

Quindi, ricevuti i soldi tramite assegni o bonifici, la Pirola costruiva abilmente delle false ricevute postali che attestavano agli ignari clienti l'investimento promesso. Infine la donna consegnava ai truffati una documentazione completamente artefatta, sulla quale, però, apponeva il vero timbro di Poste Italiane.

Tutto questo fino all'agosto 2016. Quando una coppia di anziani brianzoli, intuendo che qualcosa che non stav anadando per il verso giusto, ottiene un incontro con due funzionari postali negli uffici amministrativi delle Poste di Monza.

Un colloquio dal quale emerge il diabolico piano messo a segno dalla insospettabile dipendente postale. Licenziata in tronco e da allora «attenzionata» insieme alla sorella. A fine giugno gli arresti. E la soddisfazione dei correntisti truffati, la maggior parte dei quali sono difesi dal legale Debora Piazza.

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