Il «seriale» all'inizio è solo un fantasma a cui dare, con molto lavoro e un po' di fortuna, nome, cognome e indirizzo. Ma nel frattempo gli investigatori, qualche volta con un certa ironia, devono inventarsi un nomignolo con cui registrare le sue imprese, partendo da dettagli, tic, piccole manie che non mancano mai in questi soggetti così abitudinari. Così il rapinatore arrestato sabato, a cui vengono contestati 30 assalti in tre mesi, veniva indicato come «Mattiniero» perché colpiva sempre nelle prime ore della giornata.
Ma i nomignoli, da usare giocoforza, prendono spunto dai particolari più disparati. Come «Non è mai troppo tardi» con cui venne ribattezzato un bandito che si mise ad assaltare banche e negozi alla tenera età di 70 anni, dopo un vita integerrima. Più spesso però il nomignolo trae spunto dalle armi usate ed ecco spuntare «Canne mozze», «Mannaia» e «Machete».E anche l'abbigliamento offre spunti interessanti come «Armando Pinocchio» così chiamato perché si presentava in farmacia sempre con i pantaloni sotto il ginocchio.
Ma le abitudini dei banditi seriali sono le più disparate. Un balordo proveniente dall'Europa orientale fingeva di parlare al telefono prima di entrare in azione diventando subito «Cellulare dell'est». Poi c'era «Cotone nel naso», dal trucco usato per alterare i lineamenti, e «Biglietto d'istruzioni», perché allungava alla vittima un foglietto e non profferiva parola.
Ma non mancano i banditi logorroici e lamentosi. Come «Colpa della crisi», come diceva sempre alle proprie vittime per giustificare l'assalto, o l'altro, forse suo parente prossimo, «Governo ladro», per il quale non servono spiegazioni. Usava poi giustificarsi durante l'assalto sotto le feste natalizie dicendo che anche lui aveva diritto a fare il veglione e così è subito diventato «Capodanno».
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