La lista arancione perde i pezzi ma D'Alfonso ricandida Pisapia

L'assessore Franco D'Alfonso, l'ideologo «arancione», assicura che la rivoluzione non è finita, anzi. Mentre il movimento che nel 2011 portò Pisapia alla vittoria nel 2011 perde pezzi - o «si scioglie nel Pd» per dirla come l'ex assessore Boeri -, D'Alfonso ribatte che «gli arancioni sono più solidi che mai» e il sindaco «sarà il nostro candidato alla rielezione, questo è certo». Ieri però la capogruppo della lista civica Anna Scavuzzo ha ufficializzato in aula il passaggio nel Pd. Un'ora prima ha incassato la presidenza della Commissione Affari Istituzionali. «Non hanno ancora eletto il segretario Pd che in Comune Renzi ha già preso le poltrone» rimarca la Lega. Ma D'Alfonso insiste: «Non credo che Renzi riuscirà a cambiare il partito. E il Pd che perde iscritti e voti non mi sembra che sia un magnete inarrestabile». Dalla vicenda Imu alla sentenza della Consulta sul Porcellum («sollevata da Felice Besostri, iscritto a Milano Civica») l'assessore in questa fase troverebbe «naturale» che il sindaco fosse «consultato dal premier per il programma 2014 del proprio governo». Mah. Ieri intanto, al direttivo Anci a Roma sui rimborsi Imu Pisapia ha incassato solo promesse dai parlamentari. Resta il rischio che siano i cittadini a pagare i 44 milioni mancanti e «forte preoccupazione» sulla Tasi per il 2014.

Milano sarebbe tra le 10 città «più in sofferenza» nel passaggio alla nuova tassa. «Se la fiscalità non cambia sarà scontro» minaccia Pisapia. Per ora lo attendono in Consiglio le barricate del centrodestra: 6mila emendamenti al Bilancio.

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