Cristina BassiVia Carcano torna sulle pagine della Milano «nera». La strada maledetta in zona Fiera, ieri ha di nuovo sentito suonare le sirene di ambulanze e polizia. Sono passati 13 anni da quando Andrea Calderini, squilibrato ma con il porto d'armi e una calibro 45, scatenò il terrore sparando in strada dal balcone. Ci furono due morti e tre feriti. Ieri l'arma del delitto è stata una katana, piccola, di circa trenta centimetri. Siamo al civico 5. A usare la spada tradizionale giapponese sul proprio compagno, colpito a morte a una gamba, è stata una donna di 44 anni. Valentina Aguzzi è stata arrestata per omicidio volontario. Ha raccontato di aver colpito Mauro Sorboli, 40enne con cui conviveva da circa un anno, al culmine di una lite scoppiata per motivi banali e poi degenerata.La polizia è stata chiamata sul posto dagli operatori del 118 poco dopo le 15. Gli agenti, insieme alla Scientifica, hanno fatto i rilievi e hanno cercato di ricostruire con precisione cosa sia successo. Ma la dinamica non è chiara. I due avrebbero litigato e la donna avrebbe impugnato la katana, che si trovava in casa: era della vittima. Che è stata colpita poco sopra il ginocchio. L'arteria femorale è stata recisa, in pochi minuti Sorboli è morto dissanguato e i paramedici non hanno potuto fare nulla per salvarlo. La coppia non è sposata e non ha figli. È stata la Aguzzi a chiamare in lacrime i soccorsi. Trovata nell'appartamento, è stata portata in Questura per essere interrogata. La spada è stata sequestrata. «Gli ho lanciato la katana e l'ho preso per sbaglio», avrebbe detto la donna agli inquirenti. Ma dai primi rilievi medici risulterebbe che la ferita era profonda. Come se fosse stata inferta da breve distanza. La donna ha anche raccontato che il convivente la stava trattando male da ore e che lei aveva prima rivolto la lama verso se stessa minacciando di uccidersi. Visto che lui non le dava retta, avrebbe poi intimato: «Ti faccio del male». Valentina Aguzzi lavora come web graphic designer in una casa discografica e non ha precedenti penali. Sorboli, milanese, non aveva un posto fisso. Aveva qualche precedente per spaccio e al momento dell'omicidio sarebbe stato ubriaco. Il suo corpo è rimasto nell'appartamento al terzo piano fino a sera per gli accertamenti. «Un ragazzo con qualche problema, rissoso e che alzava spesso il gomito alla Trattoria del Jazz, qui sulla via»: così i vicini, che spesso sentivano i due litigare, descrivono Sorboli. «Lo vedevo rientrare con degli oggetti strani, particolari, tipo armi medievali - aggiunge un residente del civico 4 -. Ad esempio aveva portato a casa una mazza con due palle chiodate». Un'altra vicina: «Mi pare che fosse mantenuto dalla famiglia, non aveva un lavoro.
Sembrava violento e ultimamente lo vedevo poco. Magari la fidanzata ha reagito per legittima difesa». Sul profilo Facebook la vittima - nickname «Crazy cool» - sfoggiava l'ultimo tatuaggio alla caviglia: il volto di Adolf Hitler.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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