«L'Iva più cara colpa di Letta» E Serravalle alza i pedaggi

L'aumento dell'Iva in vigore da oggi è «colpa del governo Letta che non ha saputo intervenire per bloccarla, nonostante le promesse». Ad attaccare il premier è il governatore Roberto Maroni che ieri dopo aver partecipato alla cerimonia per san Michele Arcangelo, patrono della polizia alla basilica di Sant'Ambrogio, non ha avuto parole tenere. Così come non avranno parole tenere i pendolari che già questa mattina troveranno i prezzi aumentati ai distributori di benzina e ai caselli di autostrade e tangenziali, con la Serravalle che ieri ha annunciato l'adeguamento dell'Iva al 22 per cento. Non solo, perché «per effetto del meccanismo di arrotondamento ai 10 centesimi di euro (per difetto o per eccesso) previsto per legge, i pedaggi possono incrementarsi in misura inferiore o superiore alla suddetta percentuale».
Tornando a Maroni «la crisi che si è aperta è salutare - ha detto ieri - perché porterà a un chiarimento. Questo accrocchio Pd-Pdl, il governo delle larghe intese, non ha funzionato: ha danneggiato il Nord ed è un bene che questa esperienza sia finita».

Critico anche il vice presidente della Regione Mario Mantovani: «Se dopo sette mesi i risultati sono quelli che abbiamo dinanzi agli occhi, non so se questo governo sia ancora in grado di porre rimedio ad una situazione del Paese che è divenuta drammatica, a cominciare dal problema irrisolto del lavoro. Le elezioni non hanno mai sconvolto i principi della democrazia e in questo momento al Paese è molto più utile tornare alle urne».

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