ll manifesto di Ambrosoli «copiato» da Formigoni

Si scaldano i motori per queste primarie del centrosinistra lombardo. E ci pensa subito Roberto Formigoni ha raffreddarli. Il Manifesto per la Lombardia, redatto da mano ignota e che campeggia nel sito del Patto civico, presenta molte affinità con il programma elettorale 2005/2010 e 2010/2015 del centrodestra con parole d'ordine quali centralità della persona, della famiglia e dello sviluppo umano, lavoro, interazione pubblico-privato. «Sorrido nel leggere questo manifesto - commenta Formigoni - perché si tratta di un riconoscimento postumo per tutto quello che è stato fatto in Lombardia durante questi anni. Abbiamo lasciato un'impronta che anche gli avversari politici ci riconoscono prendendo per non dire copiando dai nostri programmi spunti, riflessioni e concetti che sono evidentemente imprescindibili per chi vuole fare politica in Lombardia». Queste forti analogie tra il Manifesto per la Lombardia e i programmi formigoniani le spiega senza scomporsi Fabio Pizzul, cattolico nel Pd: «Siamo in Lombardia e non si possono buttare via 17 anni di Formigoni. Molto è stato fatto e bene». Un commento che è destinato a generare sconcerto tra le fila dei nemici del Celeste. Intanto è da registrare uno slancio di cattiveria da parte di Alessandra Kustermann nei confronti di Umberto Ambrosoli. Il bon ton della primaria della Mangiagalli sembra lasciare il passo ad una nuova strategia. Viste le numerosissime polpette avvelenate che il popolo della rete riserva al suo competitor, la Kustermann (nella foto) si è lasciata andare ad accuse non banali. Quei «poteri forti» di cui parla è una stoccata a quel gruppo variegato (da Mazzotta a Bassetti, da Marco Vitale alle banche) che ruota a vario titolo attorno ad Ambrosoli. Ma, secondo certi rumors, questo cambio di strategia sarebbe dettato dal desiderio di calamitare gli scontenti per la scelta del candidato «moderato» e non lasciarli fuggire verso la sinistra radicale rappresentata proprio da Andrea Di Stefano. Regista di questa mossa sarebbe, sempre secondo i rumors, il sindaco Pisapia che ha da sempre sostenuto la candidatura unitaria di Ambrosoli ma ha in comune con la Kustermann amici e legami stretti. Primi tra tutti quel Mario Fezzi, intimo del sindaco e patrocinatore della primaria della Mangiagalli, e quell'invito rivolto a Chiara Cremonesi affinché Sel di Milano sostenesse la raccolta firme della Kustermann. Arriviamo infine a Giulio Cavalli e Pippo Civati. Ritiratisi dalla competizione a favore di Ambrosoli, vivono un momento poco sereno. Civati si lascia andare a critiche velate a certi atteggiamenti autoritari di Ambrosoli nei confronti della coalizione, mentre Cavalli se la deve vedere pure con la fronda interna a Sel, soprattutto milanese, che ne contesta l'indipendenza. A dispetto di coloro che li vedrebbero ancora disponibili a partecipare alle primarie, i due in realtà meditano di sostenere a breve una lista di idee da far sottoscrivere ad Ambrosoli.

L'obiettivo è quello di diventare i paladini dei valori di sinistra in una lista civica che di sinistra ha poco. Sullo sfondo De Magistris che guarda con interesse al laboratorio lombardo per il suo costituendo movimento «arancione». Per le prossime politiche il capolista potrebbe esserne proprio uno dei due.

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