Una giustizia tributaria «tra le più virtuose del Paese», che si occupa di una corposa fetta dei contenziosi nazionali sulle tasse e dal valore mediamente più elevato. È quella lombarda, secondo i dati presentati ieri all'inaugurazione dell'Anno giudiziario tributario. Il presidente della Commissione tributaria regionale per la Lombardia, Domenico Chindemi, ha spiegato che c'è stata nel 2016 «una riduzione considerevole dell'arretrato del 24,82 per cento». I ricorsi pendenti alla Commissione tributaria della Lombardia sono scesi a 8.505. Il valore complessivo delle controversie nelle Commissioni lombarde nel 2016 è di oltre 7,6 miliardi di euro. Chindemi ha concluso con i problemi legati alle lentezze della Cassazione: «I ricorsi in materia tributaria pendenti davanti alla Suprema corte hanno superato la soglia dei 50mila».
Nel 2016 alla Commissione provinciale di Milano sono arrivati 7.077 ricorsi, mentre alla Commissione tributaria regionale della Lombardia 19.684. Alla totalità delle Commissioni tributarie provinciali della regione ne sono arrivati 12.198, cioè il 7,44 per cento del totale nazionale, calati del 26,33 per cento rispetto al 2015. In Lombardia i contenziosi conclusi a favore del contribuente sono in maggior numero (+ 7%) rispetto alla media nazionale. Il presidente dell'Ordine degli avvocati, Remo Danovi, ha sottolineato la «grande rilevanza dei procedimenti tributari in Lombardia. Nel terzo trimestre 2016 il valore dei ricorsi definiti nelle 11 Commissioni tributarie provinciali è stato di quasi 1,3 miliardi, pari a un terzo del totale nazionale. Con un valore medio di 386mila euro, il quadruplo rispetto alla media del Paese». Infine il tasto dolente delle inchieste per corruzione che nei mesi scorsi hanno coinvolto alcuni giudici tributari. Per Massimo Scuffi, del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, sono stati «dolorosamente registrati alcuni fortunatamente isolati episodi di malcostume».
La categoria ha reagito con la costituzione di parte civile nei processi contro i colleghi e con 81 «affari disciplinari» pendenti presso il Consiglio e 9 provvedimenti cautelari di sospensione dalle funzioni adottati (su un totale di 361 giudici).
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