Coronavirus

Lombardia resta rossa. E Poste parte col turbo: 192mila registrazioni

Nuovo sistema senza intoppi per i 75-79enni. Dose senza prenotare agli over 80 in attesa

Lombardia resta rossa. E Poste parte col turbo: 192mila registrazioni

Una partenza con il turbo e senza intoppi. Sono già 192mila i lombardi tra i 79 e i 75 anni che si sono registrati per il vaccino anti Covid con il nuovo sistema di Poste Italiane che da ieri ha rimpiazzato la piattaforma Aria che aveva procurato disagi e polemiche. Il dato si ferma alle ore 18 di ieri. Contando che nella fascia interessata rientrano 450mila cittadini, quasi la metà si è attivata subito e ha già un appuntamento. Per l'esattezza, sono 177.313 i nati tra il 1942 e il 1946 che hanno prenotato l'iniezione attraverso la nuova piattaforma digitale, in pochi minuti hanno scelto il giorno e la sede più vicina a casa tra le tre proposte. Meno utilizzati gli altri tre canali attivi sempre da ieri, il Contact Center 800.894.545 (scelto da 11.551 anziani), i mille Postamat negli uffici postali (1.603 anziani) e i postini dotati di postamat (1.647 registrazioni). E l'assessore al Welfare Letizia Moratti ha annunciato ieri un'altra novità importante, che dovrebbe permettere di centrare l'obiettivo di concludere entro l'11 aprile la fase vaccinale dedicata agli over 80: «Dal 7 all'11 aprile gli ultraottantenni che hanno aderito alla campagna ma non sono ancora stati chiamati - ha spiegato - potranno vaccinarsi recandosi semplicemente presso il centro più vicino. Dovranno essere muniti di documento di identità e tessera sanitaria». Nel caso avessero difficoltà a camminare «potranno rivolgersi al proprio medico di medicina generale o chiamare il numero verde 800.894545, che prenderanno in carico la segnalazione e prenoteranno l'appuntamento per la dose a domicilio».

La Lombardia è la Regione che finora ha somministrato più vaccini (1.678.434 dosi), seguita da Lazio (1.082.945 dosi) e Veneto (940.119 dosi). Sono i dati contenuti nel bollettino elaborato da Ministero della Salute, presidenza del Consiglio e dal commissario straordinario al Covid-19 aggiornato alle 15.31 di ieri. Una «macchina» che non si fermerà nemmeno durante le festività. Rimarranno attivi anche a Pasqua 27 centri vaccinali in tutta la Lombardia (dieci a Milano) e 79 il giorno di Pasquetta. Domenica sono previste 7.656 iniezioni e 28.632 lunedì. L'assessore regionale alla Protezione civile Pietro Foroni sottolinea che il sistema di vaccinazione lombardo «sta funzionando e questo anche grazie all'impegno capillare e costante dei volontari della protezione civile, nel fine settimana di Pasqua saranno circa 700 al giorno dislocati presso i centri regionali».

Da oggi e fino a lunedì scattano i tre giorni di zona rossa in tutta Italia per le festività, ma la Lombardia non cambierà colore almeno fino al 9, venerdì prossimo. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato ieri l'ordinanza che tiene la regione in zona rossa anche dopo Pasquetta. Venerdì si riunirà di nuovo la cabina di regia e, alla luce dei nuovi dati, potrebbe esserci una rivalutazione che tenga conto dell'eventuale miglioramento della situazione epidemiologica. La Regione ovviamente confida nell'upgrade a zona arancione.

E ci scommette il leader della Lega Matteo Salvini, che ieri durante la trasmissione «Aria Pulita» in onda su 7Gold ha sottolineato che «in Lombardia non si sono visti i furbetti, i giornalisti, i giudici, gli assessori, che hanno saltato la fila dei vaccini» come in altre regioni e «se continuiamo così avremo una estate di ripresa eccezionale. Nelle Rsa lombarde è stato vaccinato il 100% degli ospiti, per gli over 80 siamo all'80% e si punta a chiudere entro l'11 aprile, siamo oltre 1,6 milioni di dosi quindi primi in Italia». La «scienza è scienza, noi ci rimettiamo ai dati scientifici che non sono interpretabili. Fortunatamente ci sono meno ricoveri. Al governo Draghi abbiamo chiesto che dopo Pasqua, in base ai dati scientifici, si riapra dove è possibile.

Se l'Umbria, la Sicilia, la Sardegna e la stessa Lombardia hanno dei dati positivi, a che titolo il ministro Speranza può dire, a prescindere dai dati scientifici, che non si possa riaprire per tutto aprile? Sarebbe un sequestro di persona».

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