«Londra italiana». Milano e il futuro cosmopolita

La previsione di Finardi, direttore del Mandarin Oriental

Paola FucilieriLa sfida quotidiana, per nulla scontata - anzi, a dire il vero piuttosto ardua - è far vivere un'esperienza speciale a 360 gradi che l'ospite riesca a coccolare nei ricordi, portandosela dritta dritta fino a casa. Sorprendendolo con raffinata intelligenza ogni giorno anche dimostrando di riconoscerne gusti e abitudini, sempre assecondati con un sorriso autentico, «dedicato» solo a lui e a lui solo. E, ovviamente, facendogli venir voglia di tornare, curando anche i minimi dettagli. «Perché può accadere che un ospite rimanga scontento - incidenti e contrattempi sono umani, accadono a tutti - ma deve essere assolutamente recuperato prima che parta».L'entusiasmo di Luca Finardi, 43 anni, direttore del Mandarin Oriental Hotel di Milano (per ora l'unico albergo in Italia della nota catena) è contagioso, senza fronzoli, diretto. E ogni mattina, durante un briefing di gruppo con il suo staff (200 persone circa di cui un centinaio sono giovani assunti grazie al job act) riesce a trasmettere questa sua energia a raggiera creando il cosiddetto sense of place che è il cuore della filosofia del Mandarin. Ovvero fare del grande albergo non un anonimo seppur splendido baluardo dell'arte di accogliere come ce ne sono tanti, bensì una parte della città dove è stato realizzato, una struttura nella quale il personale non lavora a compartimenti stagni ma sempre in collegamento. Realmente. E non solo per fare i fenomeni utilizzando frasi a effetto.«Lo sa che il 90 per cento del Mandarin Bar Bistrot, del ristorante Seta guidato dallo chef stellato Antonio Guida e della Spa sono milanesi? Credo di aver avuto una fortuna sfacciata a dirigere questo hotel proprio nel momento in cui Milano è la Londra italiana e ha opportunità di non essere solo più la città dell'alta finanza o della moda, ma di realizzare cose grandiose. Noi la consideriamo una meta leisure, cioè aperta al tempo libero, allo svago, alla cultura, agli eventi, alla gastronomia e, perché no, all'ozio. Expo? Ha realizzato il lifting. E ora la città deve andare avanti, ci deve credere fino a realizzare il salto in più che hanno fatto Londra e New York, continuando cioè a far investire i privati e diventando così cosmopolita».

Intanto da ieri sera fino a sabato 27, per la settimana della moda, al Mandarin Bar ci sarà Alex Farolfi di Radio Deejay a movimentare la serata. E il ristorante «Seta» - di solito chiuso di domenica - resterà invece aperto.

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