Quella notte di inizio agosto, quando fu approvata la riforma sanitaria, Fabio Rizzi si sciolse in un pianto liberatorio nell'aula del consiglio regionale: «Si avvera il sogno della mia vita». A quel sudatissimo testo il braccio destro di Maroni ci aveva lavorato per mesi: aveva mediato, limato, approfondito, stralciato. Un monte ore incredibile di riunioni e un'operazione politica non indifferente. Al suo fianco, anche in quell'occasione, Angelo Capelli (Ncd), il co-autore del provvedimento. Loro due assieme rappresentavano il punto d'unione di un'alleanza spesso zoppicante fra i loro due partiti, soprattutto a livello nazionale. Erano gli amici-nemici della Regione, sempre uno accompagnato dall'altro, avanti e indietro con plichi di fogli A4 sotto il braccio. Concentrati a lavorare sulla «creatura» per riformare la sanità, un'impresa mastodontica, in cui confluivano vari tipi di pressione, a cominciare da quelle politiche dei partiti della maggioranza. Ora Capelli, ancora incredulo di fronte alla notizia dell'arresto dell'amico, trova poche parole per commentare: «Sinceramente, per come conosco Fabio, faccio fatica a razionalizzare le cose. Questo è uno scossone molto forte». Ora sarà lui a fare le veci di Rizzi come presidente in commissione Sanità: la seduta, programmata per oggi, è stata sospesa ma il percorso da fare per completare la riforma è ancora lungo e bisogna analizzare la parte bis del provvedimento, quella che riguarda la salute mentale, i servizi cimiterali. E anche le cure odontoiatriche a livello ospedaliero che stavano a cuore a Rizzi. Talmente tanto che aveva proposto di istituire un odontoiatra ogni 15mila abitanti e di inglobare le cure ai denti nei Lea, i livelli essenziali di assistenza rimborsati dalla Regione. Un anno fa di questi tempi Rizzi aveva anche organizzato un convegno per proporre, in vista della riforma, rimborsi sulla spesa per la dentiera degli anziani e un'accessibilità low cost all'odontoiatria. Temi importanti, che comunque verranno approfonditi e valutati dal Consiglio. Rizzi, 50 anni, originario di Cittiglio, è anestesista e ha ereditato dall'ex assessore Luciano Bresciani, medico di Bossi, il ruolo di «medico di riferimento della Lega». È stato sindaco di Besozzo (Varese) ed ex senatore. Ed è tra i fedelissimi del presidente Maroni.
Tanto che per affidare a lui la stesura della riforma della sanità, il governatore si è scontrato con i vertici istituzionali dell'assessorato alla Sanità, allora guidato da Mario Mantovani: i dirigenti avevano infatti già predisposto una bozza di riforma, poi accantonata dal presidente, che ha invece preferito il testo voluto con tutte le sue forze dall'amico Rizzi. E dopo l'arresto di Mantovani, travolto da un'inchiesta sugli appalti, al Pirellone si dava quasi per scontata la nomina di Rizzi come assessore alla Sanità. O come sottosegretario. MaS- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.