«Lupi? Sarebbe un buon sindaco»

Il governatore chiede a Forza Italia un nome entro luglio e rimette in gioco l'ex ministro. «Lanciamo anche il vice»

Presidente Roberto Maroni, come vede la giunta Pisapia dopo le dimissioni del vicesindaco De Cesaris?

«La situazione in Comune è conseguenza del caos interno al Pd. Primarie sì, primarie no e tutti contro tutti. Ora l'attività amministrativa rischia di bloccarsi, quindi anche i dossier legati a Regione e soprattutto città metropolitana, come il trasporto pubblico locale. Già Pisapia aveva poca voglia di occuparsene, senza la De Cesaris che era il vero motore rischiano di rimanere ostaggio delle liti interne e aumentare i disagi dei cittadini».

Primarie sì o no nel centrodestra?

«Non lo diciamo a fasi alterne, io dico primarie sì e Berlusconi dice no. Se sono fatte come si deve, evitando che vengano persone che non c'entrano, possono essere positive. Altrimenti i leader politici si mettano intorno a un tavolo e individuino il ticket che guiderà Milano, scegliamo subito sindaco e vice. Funzionò in Lombardia e ha funzionato bene in Liguria».

Regioni dove governate con Ncd, ma Matteo Salvini continua a scartare l'alleanza.

«Salvini parla di un Nuovo centrodestra di Alfano modello nazionale che sta con la sinistra e non risolve problemi o li amplifica, vedi il tema immigrazione. Ma in Liguria lo stesso Salvini ha fatto l'accordo con Ncd quando era già al governo con Renzi. Un'evoluzione rispetto alla Lombardia, qui nel 2013 c'era ancora il Pdl. Con alcune garanzie ben chiare, un accordo si può fare».

Scegliere rapidamente il nome: tempo massimo?

«Entro luglio. Se il nostro nome non sarà persona già nota dal Quadrilatero alle periferie, avrà bisogno di farsi conoscere fuori dal suo ambiente. Renzi ha fatto l'assemblea Pd a Expo perché vuol vincere a Milano e farà di tutto, mi aspetto anche colpi bassi. Prima si parte meglio è. Agosto è il periodo in cui i giornali sono in cerca di notizie: mentre il Pd sarà impegnato a sciogliere il rebus primarie, noi possiamo lanciare il nome e partire. È un vantaggio competitivo enorme e lo sfrutterei, un nome va trovato. Perché rimandare per pigrizia a settembre?».

La coordinatrice di Fi Mariastella Gelmini guarda alla società civile. È d'accordo?

«Quando sento parlare di società civile in contrapposizione alla politica mi arrabbio, è come dire che noi siamo della società incivile?».

Vuole farci dei nomi di papabili?

«Assolutamente no».

Li facciamo noi: Paolo Del Debbio?

«Ha già detto “no grazie” e io dico prego. Non lo rincorro».

Maurizio Lupi?

«La risposta è sì, ha il profilo giusto. È conosciuto, ha fatto l'assessore e il ministro, è in grado di governare bene Milano. Da governatore avrei con cui un buon rapporto».

Le dimissioni da ministro, legate allo scandalo sugli appalti, non sarebbero un boomerang?

«Ha sbagliato a dimettersi, non so se dietro ci fosse qualche accordo tra Renzi e Alfano, ma farlo per una vicenda che non aveva alcuna rilevanza penale è stato come chi patteggia perché non vuole affrontare processi lunghi. È come ammettere una colpa.

Ha fatto un errore a dimettersi e purtroppo in politica si paga. È l'unica macchia che ha per affrontare una campagna, potrebbe essere strumentalizzato dalla sinistra. Ma sono anche certo che saprebbe spiegare bene ai cittadini cos'è successo».

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