«Tempo scaduto, è l'ora dei fatti!». «Le famiglie non possono più aspettare». «Aiuti veri per commercianti e partite Iva». «Flat tax e fiducia alle imprese». «Pd e M5S la rovina dell'Italia». Sui cartelli e a parole esplode la rabbia del popolo lombardo contro il governo. Prima delle 11, quando i segretari regionali del centrodestra non sono ancora saliti sul mini palco allestito in piazza Duomo, i manifestanti urlano «Dimissioni, dimissioni», avviso di sfratto a Giuseppe Conte e ministri. «Ripartire insieme» è lo slogan del flash mob promosso a Milano da Lega, Forza Italia e Fdi in contemporanea con quello dei big Salvini-Tajani-Meloni a Roma e in altre 70 piazze d'Italia. Il governatore Attilio Fontana alla stessa ora è a Codogno per l'omaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle vittime del Covid, il 2 giugno ha voluto essere nel luogo dove partì uno dei primi focolai dell'epidemia. Ma da Milano si fa sentire non solo la protesta contro il governo che non aiuta imprese e famiglie a ripartire, ma anche la difesa del buongoverno della Regione. Niente simboli di partito, due maxi bandiere tricolori lungo la piazza, coccarde, striscioni. Il flash mob si apre con un minuto di silenzio per le vittime del virus maledetto e si chiude con l'Inno d'Italia. In mezzo, inviti continui al megafono a mantenere le distanze di sicurezza e indossare le mascherine. Un migliaio le persone che hanno accesso oltre le transenne, un altro migliaio stanno intorno e sul sagrato. Una ventina di no global che provano a contestare la sanità lombarda da piazzetta Reale. Non sale sul palco l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera che rivendica invece «l'orgoglio di una regione che è stata oggetto di attacchi inaccettabili, assolutamente immotivati. Siamo qui anche per dire che la macchina del fango messa in campo non passerà, non passerà la voglia di delegittimare la Lombardia, questo è un popolo che con orgoglio difende il proprio sistema sanitario ed economico». La Procura di Bergamo ha confermato che istituire la zona rossa nell'area più colpita dalla tragedia era compito del governo e non della Regione. «Non commentiamo - afferma Gallera -, certamente noi abbiamo sempre fatto del nostro meglio e il massimo in un momento drammatico, in cui le scelte andavano prese in pochi minuti, con l'unico obiettivo di salvare le persone». Parola ai colonnelli del centrodestra, introdotti dal deputato leghista Alessandro Morelli che ironizza contro il sindaco («mentre la Lombardia corre a mille all'ora, Sala ci impone di andare in bici») e dal commissario cittadino del Carroccio Stefano Bolognini che chiede «un applauso per Fontana, vergogna gli attacchi da Roma e Pd». Il coordinatore regionale di Forza Italia Massimiliano Salini sottolinea: «Noi abbiamo un'idea di unità della nazione fondata sulle azioni concrete, come il lavoro dei lombardi, mentre siamo circondati da una politica che ha fatto dell'ingratitudine verso la Lombardia la propria cifra. Non possiamo chiedere a questo governo più attenzione perché non ce l'ha nei suoi cromosomi, chiediamo invece agli italiani di pretendere prima possibile di poter eleggere un governo all'altezza delle loro aspettative. Il Pd? È al traino dei 5 Stelle, giullari». E quando contesta Sala, scattano fischi al sindaco dalla piazza. La segretaria lombarda di Fdi Daniela Santanchè ribadisce il sostegno «a Fontana e a una regione colpita da sciacallaggi e attacchi ingiustificati: il governo ha cercato di distrarre gli italiani dalla propria incapacità». Oggi, dice, «siamo qui per imprenditori, partite Iva, artigiani: dal governo tante parole, ma nessuno vede niente. Tiri fuori i soldi». Meno soft il segretario lombardo della Lega Paolo Grimoldi: «Ne abbiamo pieni i (bip, ndr) delle telenovele serali di Giuseppi, ha lasciato sola la Lombardia che è stata l'epicentro del terremoto.
Deve mettere più risorse per far partire i cantieri, non è possibile che non sia ancora arrivata la cassa integrazione e i 600 euro per le partite Iva sono una presa in giro. Beh, però ha finanziato i monopattini..». E scatta un'ovazione che sa di rabbia. Tanta rabbia.
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