I 19 giorni della «salvezza». Superate con il voto in giunta due settimane fa le polemiche politiche, per essere certi che la M4 da Linate a San Cristoforo si farà davvero, Comune e privati devono chiudere entro il 31 dicembre l'accordo finanziario. E, almeno ad oggi, non è ancora stata costituita formalmente la Società M4 (per il 67% in quota a Palazzo Marino, il 33% ai privati) e i tempi iniziano a farsi clamorosamente stretti.
Senza la società, è impossibile il closing finanziario. E se l'accordo non si chiudesse entro il 2014, lo Stato si «riprenderebbe» 174 milioni legati all'evento Expo (anche la linea blu non sarà pronta) e probabilmente anche gli altri 480 vincolati all'Esposizione. Tradotto: addio opera e il Comune si troverebbe di fronte ad un maxi-contenzioso con le imprese costruttrici. Già dopo il voto in giunta il sindaco Giuliano Pisapia aveva spiegato che la richiesta danni da parte dei costruttori «supererebbe i costi». Ma ieri il dg Giuseppe Tomarchio davanti ai consiglieri riuniti in Commissione non ha nascosto che «ad oggi non e ancora assolutamente sicuro che faremo closing, siamo all'80% delle possibilità, e se non avvenisse sarebbe un disastro: una maxi causa e i cantieri in zona Forlanini aperti per anni».
Ma «mancano diversi passaggi tecnici», fino ad oggi ha operato una società ponte che deve trasmettere al Comune la cifra da riversare nella società di scopo M4 (la spesa per i lavori giàsostenuta si aggira intorno ai -120 milioni), il Comune farà una doppia controperizia (con Kpmg) e la M4 dovrà anche riunire il primo cda (già designata Laura Brambilla, in arrivo da Alcatel, come presidente, a guidare il collegio dei revisori sarà invece l'ex consigliere regionale di Forza Italia Richard Rizzi). Il delegato Expo del sindaco, Gianni Confalonieri, getta acqua sul fuoco: «Siamo tranquilli».
Ma chi rema contro, in primis il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo rimarca i costi sbilanciati a favore dei privati. L'impatto sul bilancio corrente del Comune sarà di 3,4 miliardi spalmati in misura variabile su 32 anni (dai 10 milioni del 2015 ai 129 del 2023 al picco di 174 nel 2034). La cifra comprende il mutuo contratto con Cassa depositi e prestiti per la realizzazione, la restituzione Iva sul contributo statale e il canone di disponibilità, ossia i costi di esercizio a partire dal 2022 quando circoleranno i treni.
Se tutto andrà come deve, i cantieri partiranno dal 16 gennaio in vari punti fuori dalla Cerchia, ad esempio in San Cristoforo, Washington, Solari, Susa, Argonne. Dopo Expo, a novembre, si affronteranno via via i quartieri del centro, Sant'Ambrogio, Santa Sofia, San Babila.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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