Piemontesi, napoletani, sardi, toscani. Ma un milanese no. La città più dinamica d'Italia non ha mai avuto un presidente della Repubblica. Difficile pensare che sia solo un caso, ma non è semplice da spiegare questo tabù. Milano ha segnato la storia politica del Novecento e certamente oggi vive un momento di declino politico. E basta rileggere la composizione del governo attuale per averne la conferma. Ma il «veto» sul Quirinale risale lungo tutta la storia repubblica, fino al Risorgimento; e al processo di formazione dello Stato unitario. Paolo Peluffo, che è storico ed è stato portavoce del presidente Carlo Azeglio Ciampi, cita gli studi sulla meridionalizzazione delle classi dirigenti e riflette: «Indubbiamente c'è stata una minor rappresentanza della borghesia del Nord nelle classi dirigenti ma non credo che lo Stato italiano sia poco milanese». Ricorda che Ciampi «sentiva il dovere» di visitare Milano almeno due-tre-quattro volte ogni anno, anche «per il ruolo che riveste nella finanza, nell'industria e per la Scala, prima industria culturale del mondo, almeno per il prestigio». E Milano, secondo Peluffo, ha lasciato la sua impronta sul Colle: «Luigi Einaudi - spiega - io lo vedo come un presidente milanese. Culturalmente lo era. Si guadagnò la presidenza con la difesa della lira, dal ministro del Bilancio. Fu un grandissimo presidente, apparentemente notarile e fu il primo, cosa fondamentale per delineare il profilo del ruolo, in una certa continuità con quello del capo dello Stato precedente, il sovrano. Einaudi era notista del Corriere della Sera. E a proposito di quel mondo, viene in mente anche Giovanni Spadolini. Si può citare Giovanni Malagodi. Milano ha dato il meglio della cultura liberale ed è stata la capitale del socialismo». «Napolitano ha celebrato le Cinque Giornate. Se quella rivoluzione fosse andata a buon fine - certo - l'Italia sarebbe stata più milanese e più federale. Nacque invece con l'azione diplomatica di Cavour, lungo l'asse Torino-Napoli. Ma la nascita non è tutto».
«Due sono i temi. Perché non c'è mai stato un milanese presidente e anche qual è la quirinabilità di un milanese». Così sul tema si esercita Stefano Rolando, docente, manager, comunicatore con un curriculum sterminato nelle istituzioni. «I costituzionalisti inseriscono il Capo dello Stato nel tema pesi e contrappesi, inquadrandolo come contropotere, come moderatore del potere, e la milanesità tende a governare, a produrre classe dirigente che governa. Secondo tema: la classe dirigente milanese si forma dentro circuiti economici e tecnici, la classe dirigente meridionale si forma dentro i circuiti giuridico-amministrativi, necessari al Capo dello Stato e ai suoi collaboratori. Lo stesso Pertini fu un signor avvocato. Poi abbiamo avuto giuristi, come Leone e Cossiga. E Napolitano è uomo di lungo corso delle istituzioni. Einaudi era un caso a sé, ma era un economista delle istituzioni». E siamo ai «quirinabili»: «Spadolini era fiorentino ma politicamente milanese. Altra figura è Malgaodi, espressione della borghesia milanese. E poi il maggiore leader della Dc milanese e della sinistra di base, Giovanni Marcora». «Poi - spiega ancora Rolando - ci sono i personaggi politici milanesi che sono stati fermati verso il Quirinale. Almeno tre: Filippo Turati, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi». «E ancora, possiamo citare i sindaci. C'è una storia di sindaci che si configura come storia di quirinabilità. Una figura come Antonio Greppi, per carattere simbolico, avrebbe potuto avere un suo sviluppo. E Pietro Bucalossi aveva statura e immagine internazionale ma non era Ugo La Malfa. E in qualche modo Letizia Moratti e Giuliano Pisapia sono figure che potevano o possono aspirare a una rappresentanza che va al di là del borgo».
«Infine, sempre per la quirinabilità, ultimo profilo è quello dell'uomo fuori dal cursus honorum dalla politica. L'ipotesi non si è mai concretizzata ma c'erano milanesi che potevano aspirare a questo ruolo. Penso a Enrico Mattei, Leopoldo Pirelli, Paolo Grassi o Claudio Abbado».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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